Sharon Lockhart – Lunch Break

La galleria Giò Marconi inaugura il 2 febbraio “Lunch Break”, mostra personale dell’artista californiana Sharon Lockhart. Lockhart propone film e fotografie che sono al tempo stesso estremamente rigorose sul piano formale e profondamente umane. Punto di partenza è l’osservazione della vita quotidiana nei suoi dettagli, mentre sul piano tecnico caratterizzano il lavoro la sperimentazione e il richiamo e la commistione tra i due media (film e fotografia).

Nel 2008 Lockhart, trasferitasi per un anno nel Maine, ha osservato per molti mesi i lavoratori del cantiere navale, creando con loro forti legami relazionali e poi collaborativi. I film e le fotografie che sono nati da questa esperienza hanno tutte come soggetto proprio i lavoratori durante la loro pausa pranzo. L’opera centrale della mostra è il film di Lockhart “Lunch Break”, un’unica ripresa in slow motion attraverso un lungo e apparentemente infinito corridoio interno.

Il Santuario di Gregory Crewdson alla Gagosian Gallery di Roma

Il 3 febbraio la Gagosian Gallery di Roma inaugura Sanctuary, la nuova serie fotografica di Gregory Crewdson. I quarantuno lavori fotografici, ambientati nei leggendari studi cinematografici di Cinecittà e postprodotti digitalmente solo in minima parte, segnano il ritorno dell’artista al bianco e nero dopo la serie Hover (1996-1997), e superano la costruzione surreale del dramma umano che aveva caratterizzato le sue serie precedenti.

L’immaginario di Crewdson trae origine dalle suggestioni che hanno caratterizzato le visioni surreali di grandi artisti americani, dalla pittura al cinema, da Albert Bierstadt a Stephen Spielberg. Nelle precedenti serie di Crewdson i tableaux vivants psicologicamente intensi fondevano osservazione empirica ed artificio come in fotogrammi di film mai esistiti. Le immagini erano il risultato di diverse settimane di preparazione, e rispecchiavano così anche i metodi della produzione cinematografica.

Il MoMa dedica una mostra alla performance in fotografia

Dopo i clamori e le azioni spericolate degli anni ’60/’70 la performance art è giunta nel 2000 con rinnovate energie. Sempre più giovani artisti infatti si dedicano a questa difficile ma meravigliosa disciplina artistica e molti di loro sono capaci di grande visionarietà, proprio come i loro più illustri predecessori.Inoltre l’estremo successo di Performa, la biennale della performance di New York che nel novembre 2011 compirà il suo quarto compleanno, rende oggettivo questo sempre più crescente interesse che la performance art genera a livello internazionale.

In questi giorni il MoMa di New York mette in mostra un evento dal titolo Staging Action: Performance in Photography since 1960 (dal 28 gennaio al 9 maggio 2011) che analizza la storia della performance art attraverso l’obiettivo della macchina fotografica. Video e fotografia  si sono rivelati dei mezzi essenziali all’interno della performance art, questo poichè essi rappresentano un importante documento di ciò che è successo.

Una galleria a Londra dedica una mostra a Hipstamatic, la Toy Camera digitale

Prima c’erano la Holga, la Diana e tante altre piccole Toy Cameras che facevano un mucchio di immagini dal gusto vintage e che tanto ricordavano le immagini rubate nelle gite in famiglia o ai compleanni dei nostri cari negli anni ’70.  Oggi la rivoluzione del digitale sembra aver seppellito le varie Polaroid e compagnia cantante ed il tracollo della pellicola con i suoi costi improponibili non è stato certo un aiuto all’intera situazione. La malinconia di quelle immagini è però un dolce ricordo e quei colori irreali sono ancor oggi amati da centinaia di migliaia di persone, molti li preferiscono ai normali colori prodotti dalle macchine digitali forse perché il digitale spesso mostra la realtà cosi com’era al tempo dello scatto e  non come ci piacerebbe ricordarla.

Ebbene per qualche assurdo ma piacevole scherzo del destino le Toy Camera sono tornate in auge negli ultimi mesi grazie ad un App per iPhone, ed altre devices prodotte dalla Apple, che prende il nome di Hipstamatic. Questa fedele replica di una Toy Camera permette all’utente di cambiare obiettivi, flash e pellicole, tutto in maniera virtuale e di produrre in seguito delle fantastiche foto-vecchio-stile sempre diverse che possono essere stampate con ottimi risultati.

Il Terzo Inverno. Brevi racconti sul naufragio di Zaelia Bishop

Il cuore è uno specchio ustorio; a volte noi siamo il fuoco dell’altrui specchio e altre volte per alcuni siamo la superficie riflettente. È, questa, una delle verità smarrite nell’eterna stagione di crudeltà che è la fanciullezza, secondo Zaelia Bishop (Roma, 1977). Sulle friabili fondamenta di una stagione votata alla breve seduzione di una fiamma si costruiscono le immaginifiche architetture della ricerca dell’artista, popolate di nodi di storie e perturbazioni di personaggi, osservati nelle sbiaditure di un immobile travaglio.

Un tentativo di tradire narrazioni, biografie reali o fittizie, nostalgie di martirio e ambizioni orlate di affilata necessità è arroccato fra le rovine che si aggregano nella mostra Il Terzo Inverno. Brevi racconti sul naufragio di Zaelia Bishop, a cura di Francesco Paolo Del Re, che inaugura il 17 febbraio a partire dalle ore 19.00 ed è ospitata dal 18 febbraio al 14 aprile negli spazi della Galleria Ingresso Pericoloso di Roma.

Un Souvenir d’hôpital di Luana Perilli al Progetto Reload Roma

“La gente normale non ha abbastanza informazioni per affrontare le scelte che la medicina ad alta tecnologia comporta…Tuttavia la metà di noi morirà in un ospedale.” Frederick Wiseman.

Dal 24 al 31 Gennaio 2011 il progetto Reolad Roma presenta l’evento Souvenir d’hôpital, video installazione di Luana Perilli a cura di Micol Di Veroli. Un corridoio, un lungo cammino oscuro che si trasforma in avventura mentale, ridimensionando la percezione del tempo e dello spazio. Con Souvenir  d’hôpital, intervento ambientale negli spartani spazi di Reload, Luana Perilli torna a rafforzare la sua indagine sulla consistenza dei luoghi e degli oggetti, riorganizzando le strutture sensibili dello spettatore che si trova così ad assistere ad una sequenza straniante la quale si trasforma in dramma puro poiché scevra da qualsiasi componente drammatica.

All’interno dell’impianto visivo l’artista, seduta su di una sedia a rotelle, si aggira in un ospedale offrendo asettiche panoramiche di un mondo realmente rovesciato dove l’oggetto assume una forma muta ed una sostanza totalmente priva delle sue funzioni originarie. Video e fotografia contribuiscono così a riedificare all’interno del Tunnel un universo grottesco e delirante che somiglia fin troppo alla straniante consistenza dei luoghi pubblici in cui spesso ognuno di noi transita   quotidianamente.

Pubblicare le foto su Flickr potrebbe costarvi 2 milioni di dollari

La prossima volta che entrate in un museo state molto attenti a cosa fotografate o vi potrete ritrovare una bella multa da 2 milioni di euro sul groppone. Pensate che tutto questo sia frutto di una nostra simpatica burla? Ebbene, chiedete al povero Thomas Hawk se stiamo scherzando, lui sicuramente ha ben poco da ridere.

Il fotografo è infatti al centro di una surreale quanto kafkiana vicenda andata in scena alcuni giorni fa negli stati uniti e più precisamente al World Erotic Art Museum di Miami. Mentre era in visita al museo Hawk, uno dei tanti amanti del photoblogging, ha pensato bene di eseguire alcuni scatti all’interno degli spazi. Recatosi successivamente a casa, l’uomo ha deciso di pubblicare le sue foto su Flickr (in totale 334), praticamente ciò che fanno milioni di persone ogni giorno. Ovviamente il World Erotic Art Museum non è un museo qualunque, ma uno spazio dove vengono esposte opere ad alto potenziale erotico se non pornografico.

Lady Gaga presenta la nuova linea Polaroid

Per oggi permetteteci un articolo un poco frivolo. Le star della pop music non riescono proprio a far a meno di far parlare delle proprie gesta legate al mondo della creatività. Le passate feste natalizie sono state infatti caratterizzate dall’uscita di My Beautiful Dark Twisted Fantasy,  nuovo album di  Kanye West con copertina realizzata da George Condo. Ovviamente per quanto riguarda l’opera di Condo (che ritrae il cantante in un amplesso in puro stile condiano) la censura made in U.S.A. non si è fatta attendere e quindi in molte catene come Wal-Mart la cover è stata sostituita.

In questi giorni invece è tornata alla carica la nostra Lady Gaga che dopo aver indossato il suo ormai celeberrimo vestito fatto di carne non ha trovato niente di meglio da fare che diventare il nuovo direttore creativo della Polaroid. Ed al nuovo CES, Consumer Electronics Show di Las Vegas l’agguerrita e platinata popstar ha svelato al mondo i nuovi prodotti del celebre brand produttore di macchine istantanee di cui anche Andy Warhol andava pazzo.

Parte Confini 08 rassegna di fotografia contemporanea

Dall’10 al 23 GENNAIO 2011 Polifemo presenta presso La Fabbrica del Vapore in via Procaccini 4 a Milano la tappa milanese della rassegna di fotografia contemporanea Confini, un progetto espositivo di immagini fotografiche di non semplice collocazione. La disponibilità di nuovi strumenti, la seduzione del post-moderno ed i media che caratterizzano la nostra epoca hanno allargato la visione di molti fotografi e stiamo assistendo al definitivo abbattimento dei confini tra la fotografia e le altre forme d’arte.

Così le contaminazioni tecniche e linguistiche generano realizzazioni di grande contenuto ed impatto visivo difficili da inquadrare negli schemi classici della fotografia. Un momento di verifica ed un trampolino per autori che propongono immagini di ricerca e mostrano buona progettualità. Per la prima volta quest’anno la rassegna sarà presentata anche a Milano (Polifemo Fotografia), Genova (VisionQuesT Gallery) e Trieste (Sala Fenice), oltre che nelle sedi storiche di Firenze e Roma, e in quelle di Torino (Osservatorio Gualino) e Palermo (Lanterna Magica) che già l’hanno ospitata nella precedente edizione.

Cindy Sherman, nuovo anno nuova serie fotografica

Sprüth Magers di Londra presenta dal 11 gennaio al 19 febbraio 2011 il nuovo lavoro di artista Cindy Sherman. Per questa serie l’artista ha messo insieme un cast di singoli personaggi su grandi murales fotografici, segnando un allontanamento dal classico formato della fotografia incorniciata.

 Fin dall’inizio della sua carriera nella metà degli anni 1970 Sherman ha usato se stessa all’interno delle sue opere, comparendo come regista, modella e fotografa per creare una vasta gamma di personalità intriganti e provocatorie.

In questo ultimo lavoro Cindy Sherman coglie le sottili distorsioni del suo viso e del corpo, rendendo le sue forme quasi irriconoscibili grazie all’ausilio delle tecniche digitali, usate per manipolare di ciascun personaggio, le sue caratteristiche, e l’ambiente circostante.



Gilbert & George e gli annunci sessuali in una nuova mostra alla White Cube di Londra

Era da un bel pezzo che non si sentiva il loro nome in giro ma evidentemente stavano preparando qualcosa di grosso. Si parla ovviamente del dinamico duo formato dagli stilosissimi Gilbert & George che dopo oltre 40 anni di onorata carriera artistica non ha intenzione di sotterrare l’ascia di guerra. Anzi i due si sono da poco messi all’opera per creare una nuova serie più provocatoria che mai.

Avete presente quegli annunci fotografici decisamente ammiccanti che appaiono sui quotidiani? Ebbene si tratta di annunci relativi a prestazioni sessuali ed a Londra anche le cabine del telefono ne sono piene. Gilbert & George in questi giorni si sono messi a caccia proprio di questi annunci fotografici ed hanno collezionato centinaia di volantini e fotografie varie.

Ancora tempo per iscriversi al Premio Reportage Napoli Monitor

Napoli Monitor è un mensile indipendente che esce con regolarità dal gennaio del 2007. È distribuito tra Napoli e provincia, e in alcune librerie delle principali città italiane. Ha una redazione nei Quartieri Spagnoli a Napoli, in via Concordia 72, e un blog www.napolimonitor.it Il giornale si finanzia con le vendite, gli abbonamenti, la pubblicità e l’appoggio dei sostenitori. Sul giornale di carta ci sono molti disegni, su quello in rete anche molte fotografie.

Il reportage è il genere che pratichiamo più assiduamente. Per chi dispone di pochi mezzi il modo migliore per raccontare una storia è quello di fidarsi dei propri sensi: andare a vedere con i propri occhi, ascoltare con le proprie orecchie, toccare con mano. Per noi il reportage è quella cosa a metà tra giornalismo e letteratura che ci consente di descrivere la realtà con sufficiente libertà e ci chiede in cambio responsabilità, precisione e profondità. Con questo bando vogliamo condividere la nostra ricerca e promuovere la conoscenza critica del mondo che ci circonda.

Marco Anelli ed i volti di The Artist is Present pubblicati da Aperture

Globartmag ha recentemente pubblicato una serie di articoli a supporto della giovane arte italiana. Troppo spesso infatti la nostra tendenza critica è quella di sminuire il talento emergente nazionale, lodando fino al midollo quello estero. A noi questa forma di provincialismo 2.0 non piace affatto e per questo ogni volta che troviamo una notizia internazionale su un nostro artista, siamo orgogliosi di offrirvela. Questa volta parliamo di Marco Anelli fotografo romano classe 1968 che ha recentemente catalizzato l’attenzione della rete con una serie di magnifici ritratti in primissimo piano.

Tutto parte da The Artist is Present, la grande retrospettiva dedicata a Marina Abramovic ed ospitata dal MoMa, Museum of Modern Art di New York dal 14 marzo al 31 maggio 2010. Se ben ricorderete, nella performance-fulcro dell’evento Marina Abramovic aveva deciso di sedersi ad un tavolo nell’atrio del museo per ogni singolo giorno fino alla fine della mostra. Il tavolo era corredato da una sedia aggiuntiva, volutamente lasciata vuota ed a disposizione dei visitatori che sono stati via via invitati a sedersi su di essa.

Elena Arzuffi alla galleria Muratcentoventidue di Bari

Il prossimo 8 gennaio La Galleria Muratcentoventidue di Bari prosegue il suo programma espositivo con Evaporazione di segni mostra personale di Elena Arzuffi, a cura di Antonella Marino. L’artista , conosciuta e apprezzata dagli addetti ai lavori, presenta un’ambientazione, una serie di foto e alcuni video. Di lei così scrive la curatrice: Fragilità, intimità, densità, fluidità, impotenza, quotidianità, esilio, silenzio, semplificazione, evaporazione…Il piccolo decalogo può forse aiutarci ad entrare, suggerendo un’ atmosfera, nel delicato universo poetico di Elena Arzuffi. Un universo denso appunto, insieme sottilissimo e complesso, che si dà per tracce, indizi, domande aperte rivolte allo spettatore.

E che miscela con abilità disegno, fotografia e video-animazioni in cui un raffinato tratto grafico si fonde a prelievi dal reale. Questo spessore sfaccettato è evidente nella duplice installazione alla galleria Muratcentoventidue. Qui l’artista di origine bergamasca ( vive a Milano) rilegge alcuni suoi lavori recenti conferendo loro nuova significazione. Così nella prima sala siamo accolti da un rimando di immagini stranianti: nitide foto di una bimba che cerca di imparare a volare su una sedia, insieme a banali oggetti casalinghi… Paragrafi di una quotidianità sospesa, così come le sincopate sequenze che scorrono con levità su un monitor.