Le bugie dell’arte contemporanea

Parlando di presenza fisica e culturale dell’arte contemporanea all’interno della nostra società va detto che non v’è nulla di che lamentarsi. Di musei e fondazioni è piena l’Italia, gallerie ne abbiamo a sazietà mentre la Biennale di Venezia resta sempre una delle manifestazioni più ambite e prestigiose di tutto il globo terracqueo. Se si sorpassano i nostri confini la situazione appare ancor più rosea, non è mistero infatti che all’estero esista una nutrita serie di luoghi, eventi ed attività dedicati all’arte contemporanea in netta crescita esponenziale. Ora immaginate quanti artisti sono chiamati ad esporre in questo vasto mare di eventi creativi, il numero è decisamente alto. Ed il bello è che molti di questi artisti sono vere e proprie star, ad esempio dalla generazione Young British Artists in poi, molti artisti inglesi sono osannati da mercato e critica.

Ci sono poi i mostri sacri statunitensi come Bruce Nauman, Bill Viola e compagnia cantante senza tralasciare i nuovi beniamini tipo Paper rad, Kembra Pfahler e Terence Koh che ultimamente hanno furoreggiato al Macro di Roma in occasione della mostra New York Minute. Ovviamente anche Francia, Spagna e Germania hanno il loro cospicuo numero di blasonati protagonisti della scena contemporanea mentre l’Italia chiude il conto con i soliti Francesco Vezzoli, Maurizio Cattelan ed una sparuta manciata di altri nomi.

Mary Mattingly e l’arte eco-sostenibile

Forse il nome di Mary Mattingly non vi dice nulla ma l’artista in questione si è guadagnata una buona dose di celebrità la scorsa estate quando ha deciso di passare tutta la bella stagione su di un eco-battello ancorato al porto di New York. Il Waterpod, questo il nome della chiatta, era un’abitazione galleggiante in grado di sostenersi da sola con pannelli solari e orticelli coltivati con una nutrita varietà di frutta e verdura.

Durante il suo progetto artistico Mary Mattingly ha ospitato altri artisti formando un piccolo equipaggio in grado di creare un piccolo ed estemporaneo collettivo artistico. Una volta esplorato il mare l’artista ha però deciso di lanciarsi verso gli spazi celesti con un nuovo progetto chiamato Air Ship Air City.

Al MoMa i film che non proiettano nei cinema sotto casa vostra

 Chissà quante volte vi sarà capitato di voler vedere un bel film di quelli impegnati ma puntualmente il cinema sotto casa vostra ( che solitamente proietta solo films commerciali ) non ha in programmazione il film prescelto. Evidentemente anche ai curatori del Moma di New York questa vicenda sarà capitata un milione di volte visto che dal 19 al 22 novembre prossimo il celebre museo ospiterà la quarta edizione di Best Film Not Playing at a Theater Near You che in italiano suona appunto come Il miglior film mai proiettato in un cinema vicino casa vostra.

La rassegna è in realtà una serie di proiezioni dei 5 films nominati per l’IFP Gotham Independent Film Award il cui vincitore verrà proclamato il prossimo 30 novembre. La mostra è una collaborazione tra il dipartimento di cinema del MoMa, la organizzazione no profit di cineasti indipendenti (IFP) e la celebre rivista di cinema FIlmmaker Magazine. I films in mostra sono sono frutto dell’industria indipendente americana e sono stati girati nel 2009 ma mai proiettati in un cinema.

Garden Project alla Z2o, quando la galleria si trasforma in giardino delle meraviglie

La Z2O Galleria | Sara Zanin di Roma inaugura il 10 novembre la personale dell’artista Michele Guido dal titolo Z2O Garden Project _2009, con la presentazione di opere che riconfermano il suo interesse botanico per la natura.

Nello spazio della galleria l’artista ricostruisce una griglia, con adesivi che salgono dal pavimento su tutti i muri e le pareti, che rappresenta un giardino, all’interno del quale “sbocciano” (o nascono) le sue foto. Utilizza il mezzo fotografico per studiare da un punto di vista molto ravvicinato le particolarità botaniche del giardino: il suo sguardo ravvicinato e l’immagine stampata ingrandita fanno sì che l’osservatore si immerga completamente in essa. Così le superfici di piante esotiche divengono piani irriconoscibili nella loro ondulazione e le imperfezioni diventano strane evoluzioni della forma.

Scendi in campo con il Premio Combat

La pittura possiede potenzialità intrinseche forti e dense di significati. A queste intende dar voce il PREMIO COMBAT, che nel medium pittorico, spesso trascurato in favore di media espressivi più di moda, vuole avere fiducia. Il PREMIO COMBAT nasce per avviare un’indagine, attraverso gli autori che vi parteciperanno, delle più interessanti proposte pittoriche della nostra realtà.

COMBAT prende nome ed ispirazione concettuale dai combat film, filmati realizzati da cineoperatori militari americani durante i combattimenti della Seconda Guerra Mondiale, in cui venivano filmati spesso in prima linea e in diretta gli orrori della guerra per documentare e mostrare alla popolazione americana – non ancora certamente preparata a questa tv verità – ciò che stava succedendo, compresi gli episodi più cruenti. La finalità del PREMIO COMBAT ha lo stesso obiettivo forse ambizioso ma senz’altro efficace dal punto di vista culturale: scendere in prima linea per cercare i diversi percorsi all’interno del panorama artistico italiano attuale ed al contempo documentare cosa sta succedendo.

Abacaba, la nuova formula creativa dei conceptinprogress

Furini Arte contemporanea, galleria neonata a Roma ma che nel giro di una sola mostra sembra già avere le idee ben chiare per entrare nel giro degli spazi espositivi che contano. In occasione della sua seconda mostra presenta dal 25 novembre al 23 gennaio 2010 la mostra ABACABA del duo argentino conceptinprogress, curata da Antonio Arèvalo.

Gli artisti sviluppano un progetto sperimentale di trasposizione visiva di una composizione musicale realizzata in collaborazione con Damián Turovezky e ottenuta attraverso la sovrapposizione e moltiplicazione di baci, secondo la struttura del cosiddetto ABACABA. Tale misteriosa costruzione verbale che richiama alla mente formule magiche, indica quel ritmo geometrico che ripetendo uno schema metrico preciso sviluppa un andamento circolare la cui venatura alchemica, unita alla scientificità della struttura, segna il processo alla base del progetto concepito per Furini Arte Contemporanea.

Terence Koh a Parigi ma questa volta senza i suoi escrementi

 Girovagando per l’immenso universo dell’arte contemporanea vi sarà sicuramente capitato  di imbattervi in Terence Koh. Per quanti di voi non lo conoscessero possiamo dirvi che questo eclettico artista, noto anche con il monicker asianpunkboy, è stato assoldato nei primi anni della sua carriera da Charles Saatchi che lo ha catapultato direttamente nell’olimpo dell’art system.

Ovviamente il giovane artista dalle origini cinesi e di nazionalità canadese non è certo entrato nella scuderia del grande mercante grazie ad una raccomandazione ma solamente per suo merito e per una carica artistica sfrontata ed esplicita che sin dalle prime mostre si è abbattuta su media come fotografia, stampa, scultura, performance ed installazione sino ad arrivare ai libri fatti a mano e le zines.I temi trattati da Terence Koh si allargano sul mondo punk, sull’omosessualità e sulla pornografia. Tanto per dirne una, l’artista si è guadagnato la fama internazionale ad Art Basel nel 2006 vendendo i suoi escrementi per 500.000 dollari.

Peru Ana Ana Peru, la street art in galleria non perde la sua potenza

 La street art, lo dice già il suo nome, deve la sua fama e la sua potenza espressiva al contesto metropolitano. E’ nella strada che graffiti, murales, posters e stencils trovano terreno fertile per comunicare al meglio una rabbia artistica ed una carica estetica capace di affascinare l’intero mondo dell’arte. Solitamente però, quando la street art viene costretta all’interno delle mura di una galleria, perde i suoi magici poteri, come depressa da un ambiente artificiale ed artificioso non consono alla sua proverbiale bramosia di libertà.

Diciamo solitamente poiché non è questo il caso di Peru Ana Ana Peru, duo artistico in netta ascesa ed attualmente alla Brooklynite Gallery di New York con una mostra dal titolo quanto mai estroso:…And Then We Jumpted Into the Abyss of Numbers: Memories in Absurdity from the Bowels of…Peru Ana Ana Peru. I due artisti propongono un universo dai colori sgargianti dove ruotano immagini assurde e psichedeliche con un tocco di horror. L’anima street non perde la sua natura selvaggia poiché Peru Ana Ana Peru ripropongono esattamente ciò che solitamente creano in strada, anzi si potrebbe dire che alla Brooklynite le loro opere ci sembrano ancor più fantastiche e pervase da un luminoso senso dell’assurdo e del grottesco.

Madame Hirsch vista da Brigitte Niedermair

Un viaggio lungo anno, un diario per immagini sospese in un gioco ambiguo tra finzione e realtà, artificio e naturalezza: l’artista Brigitte Niedermair ha raccontato un anno di vita della signora Renate Hirsch Giacomuzzi nella mostra Madame Hirsch, che inaugura a Museion di Bolzano il 20 novembre prossimo.

Con Madame Hirsch Brigitte Niedermair, nota artista di origine meranese, si è per la prima volta cimentata in una sorta di diario di bordo di alcuni momenti di vita della signora Renate Hirsch Giacomuzzi. Assecondando le naturali pose da life style che appartengono alle sue ritualità quotidiane ed alle sue cadenzate abitudini di vita mondana – dalle imprescindibili vacanze invernali a St. Moritz a quelle estive a Cala di Volpe in Sardegna, dai riti della festa di Natale a quelli della Pasqua fino all’immancabile appuntamento annuale al ballo delle debuttanti all’Opera di Vienna – il visitatore/spettatore viene immerso in un susseguirsi di set cinematografici “naturali” trattenuti dall’obiettivo fotografico.

Botto e Bruno – When we were teenagers we wanted to be the sky

La galleria Alberto Peola di Torino inaugura il 7 novembre la mostra di Botto e Bruno, con una proposta di lavori in cui sono volutamente rese evidenti le fasi del loro processo creativo.

Nelle prime sale vengono presentati due collage fotografici e tre disegni-collage che svelano il modo manuale di operare dei due artisti, e costituiscono la matrice dei lavori fotografici stampati su pvc. Un’installazione con videoproiezione completa l’ampia gamma dei diversi mezzi attraverso cui Botto e Bruno esprimono la loro visione dei luoghi periferici – territori di confine, spazi dinamici – e delle persone che li sperimentano.

Checkpoint Charlie – Another wall comes down

Lunedì 9 novembre 2009 la galleria Dora Diamanti arte contemporanea di Roma inaugura la mostra Checkpoint Charlie–Another wall comes down, collettiva di Antonio Bardino, Inés Fontenla,Claudio Martinez e Davide Orlandi Dormino a cura di Micol Di Veroli.

La mostra intende commemorare il ventesimo anniversario dalla caduta del muro di Berlino attraverso il potere dell’arte intesa come veicolo universale in grado di unire popoli, razze e culture diverse. L’evento deve il suo titolo al celebre varco denominato Checkpoint Charlie, posto di controllo del muro di Berlino, una barriera in cemento alta circa tre metri e mezzo che separava Berlino Ovest da Berlino Est e di conseguenza il settore sovietico da quello americano.

Un’opera d’arte a 10 euro? Succede ad Artissima 2009

Dal 6 all’ 8 novembre a Torino una selezione di opere realizzate da trenta artisti internazionali saranno esposte e messe in vendita in un negozio davvero speciale all’interno di Artissima, 16° fiera d’arte contemporanea a Torino. THE STORE darà al pubblico della fiera l’opportunità unica di acquistare oggetti d’arte altrimenti difficilmente accessibili a prezzi particolarmente vantaggiosi o perfino portare a casa gratuitamente le opere esposte.

Tutta una serie di oggetti creati appositamente per Artissima: multipli, poster, shopper, fette di torta, chiavi, riviste, cd audio e video, cartoline, libri d’artista, tazze, balloons e una serie di caramelle e lecca-lecca. Da 0 a 450 euro, passando per 2-5-9-10 euro se non addirittura tramite il baratto.

I Cerchi sulla città di Felice Varini e la Paris Hilton di Rene Gagnon

Novità sul fronte della street art e questa volta si parla delle alpi svizzere. Già perché alcune case della città di Vercorin fanno da oggi parte di un’opera di Felice Varini dal titolo Cercle et suite d’éclats. Le case sono attualmente ricoperte da una pattern circolare che le appiattisce su di uno stesso piano, rendendo il paesaggio simile ad una cartolina postale. Il procedimento usato per questa insolita installazione che ci ricorda quella dello street artist JR ma in chiave meno sociale è alquanto semplice.

Varini ha infatti proiettato le pattern sulle case e successivamente ha dipinto sopra la traccia lasciata dalla proiezione. Alla fin fine c’è da dire che la resa prospettica non è affatto niente male. Passiamo ora ad un beniamino della street art, parliamo infatti di Rene Gagnon che ultimamente ha preso d’assalto New York con le sue installazioni piene di bolle.

Nuovi arrivi/Proposte all’Accademia Albertina di Torino

Nuovi Arrivi/Proposte unisce due manifestazioni storiche dedicate alla creatività contemporanea e testimonia la volontà dei due enti di fare bagaglio comune di singole esperienze a favore della formazione artistica e dell’arte contemporanea.

Per la sua prima edizione, a cura di Maria Teresa Roberto, la rassegna ha scelto un titolo emblematico: St.art me up, mutuato dalla nota canzone dei Rolling Stones, ufficialmente datata 1981. In realtà, quando il gruppo completò la registrazione dei brani di Tattoo You, mixò e trasformò due tracce del decennio precedente, Never Stop, un reggae inedito del 1975, e Start It Up, la sua mutazione rock&roll del 1977: così come la mostra St.art me up è il risultato di due progetti che convergono. Inoltre, il suo significato “accendimi” è un esplicito invito a valorizzare voci, idee e percorsi nuovi, capaci di vivacizzare il panorama artistico dell’arte contemporanea.