Confrontations, la risposta del Castello di Rivoli

I nostri Confrontations si sa sono sfrontati e pirateschi ed hanno come intento primario quello di stimolare una reazione da parte di istituzioni che sin troppo spesso mettono un muro tra arte e fruitore. Ad oggi abbiamo raccolto la risposta del Castello di Rivoli al nostro precedente capitolo di Confrontations che pubblichiamo qui di seguito per diritto di replica:

“Cari amici di Globartmag, prima informarsi…poi comunicare…
fatto salvo il diritto di tutti a manifestare il proprio pensiero e le proprie critiche nei confronti della programmazione, questa deve almeno essere completa. Evidentemente chi scrive non ha visitato ultimamente il Castello di Rivoli e nemmeno le pagine del suo sito poiché non solo il Museo offre la grande retrospettiva dedicata a Thomas Schutte in Manica Lunga ma, nei tre piani della Residenza Sabauda, presenta Oltre il muro, un allestimento del tutto inedito e sperimentale che propone non solo una rilettura della collezione, ma anche dello stesso ruolo del Museo. Una sorta di gioco che ribalta i ruoli chiave di curatore e visitatore, portando quest’ultimo a cercare uno o più percorsi personali tra le opere. Le opere selezionate da Beatrice Merz, propongono infatti la messa in gioco dei concetti di limite, confine, luogo e memoria. In mostra sono allestite le opere di oltre 55 artisti su tre piani espositivi.

Concorso fotografico “Berlin Calling”: si vince un week end a Berlino

Berlin Calling è un concorso fotografico a premi promosso da m2Square, agenzia di mediazione immobiliare con sede a Berlino. Il concorso propone la scoperta del tratto più autentico delle realtà cittadine europee, descritte da una serie di foto scattate con Instagram, il celebre software di fotoritocco ormai in uso su dispositivi Apple e Android.

Ogni partecipante potrà inviare al concorso un massimo di due scatti su un particolare aspetto della propria città o di un’altra a sua scelta: locali e attività fuori dall’ordinario, angoli nascosti, persone peculiari, iniziative artistiche ed eventi, case e musei, tendenze e mode, ecc.

Palazzo Grassi – Punta della Dogana – François Pinault Foundation aumentano i loro spazi con il Teatrino

La François Pinault Foundation  rafforza ulteriormente la propria presenza nella vita artistica e culturale a Venezia. L’insieme di Palazzo Grassi – Punta della Dogana – François Pinault Foundation si doterà di un nuovo spazio, interamente dedicato a conferenze, incontri, proiezioni, concerti: il Teatrino, che aprirà
le sue porte al pubblico nel giugno 2013.

Dopo il restauro di Palazzo Grassi, nel 2006, seguito da quello di Punta della Dogana, inaugurata nel 2009, il recupero del Teatrino segnerà, nel 2013, la terza tappa del grande progetto culturale di François Pinault a Venezia. Questa operazione, curata e condotta da Tadao Ando – in stretto dialogo con il Comune di Venezia e con le autorità e i servizi competenti, in particolare
la Sovrintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici di Venezia – si iscrive in una logica di continuità architettonica rispetto ai restauri precedenti. I lavori saranno avviati nell’estate 2012 e avranno una durata di 10 mesi.

Paola Pivi atterra in anticipo

L’aereo di Paola Pivi è atterrato prima del previsto.  Come ben ricorderete l’artista aveva installato un bimotore Piper Seneca di 10 metri sulla 5th avenue a New York. L’aeroplano, appeso in verticale per le ali, era in grado di ruotare lentamente sul suo asse, con sommo divertimento per il pubblico.  L’opera dal titolo How I Roll (primo progetto di arte pubblica realizzato da Paola Pivi negli Stati Uniti) era stato sovvenzionato dal Public Art Fund e dal 20 giugno scorso, data della sua inaugurazione, non ha mai smesso di ruotare.

Lo scorso 18 luglio però, la città di New York è stata teatro di una tempesta di pioggia ed una volta tornato il sereno, il Piper di Paola Pivi ha iniziato a ruotare molto più lentamente di prima. A questo punto alcuni responsabili del Public Art Fund hanno deciso di rimuovere la scultura per effettuare alcune riparazioni:

Architettura e Arte dal tramonto all’alba con Demanio Marittimo.KM-278

Domani vi sarà la seconda edizione di Demanio Marittimo.KM-278 che invaderà la costa adriatica per una 12 ore di dibattiti, reading, lectures, proiezioni, musica e degustazioni, tutto nell’arco di una notte. La manifestazione, che unisce il genius loci marchigiano/adriatico con i temi e i protagonisti dell’architettura globale, si svolgerà il 27 Luglio 2012, dal tramonto all’alba, a Marzocca (Lungomare Italia 11), e racconterà le arti e i progetti dell’architettura e del design, delle performance e delle installazioni, della musica, della letteratura e dello spettacolo.

A cura di Cristiana Colli e Pippo Ciorra, promosso dalla rivista Mappe (Gagliardini editore), e con la collaborazione del MAXXI, la Regione Marche e il Comune di Senigallia, Demanio Marittimo.KM-278 ha coinvolto anche DROME, non solo nelle vesti di media partner, ma invitandolo ad occuparsi del Live musicale: Dj Gunnetto, dopo il memorabile Supernatural Pic Nic, parteciperà con un intervento immancabilmente affascinante.

Confrontations – MAMBO e MART VS New Museum

Eccoci giunti al terzo appuntamento della nostra serie estiva intitolata Confrontations. Si tratta di un confronto all’americana tra le offerte culturali di due prestigiose istituzioni, una straniera e l’altra italiana. Dalle nostre parti vengono stanziati milioni e milioni di euro per tenere in vita gli spazi pubblici e garantire loro un programma espositivo allettante per il pubblico. Alla fine della nostra breve avventura  sarà più facile comprendere il peso della nostra cultura contemporanea e l’utilizzo finale dei fondi stanziati dai contribuenti a favore della stessa.

Nella prima puntata avevamo organizzato un match MAXXI di Roma VS Tate Modern di Londra mentre nella seconda avevamo rincarato la dose con un confronto letale MADRE di Napoli e Castello di Rivoli VS ICA di Londra. Oggi il confronto si fa ancora più duro visto che abbiamo due sfidanti d’eccezione vale a dire MAMBO di Bologna e MART di Trento e Rovereto VS New Museum di New York. Riusciranno due musei italiani a garantire una programmazione migliore di un museo newyorkese?

Ma il crowdfunding funziona veramente?

Nelle nostre pagine abbiamo più volte parlato delle piattaforme di crowdfunding, vale a dire dei siti internet dove è possibile illustrare il proprio progetto che verrà in seguito realizzato grazie a piccole o grandi donazioni da parte del popolo della rete. Grazie a websites com IndieGogo e Kickstarter, l’artista o il creativo squattrinato può presentare un suo progetto e farsi aiutare dagli utenti per la realizzazione dello stesso. In cambio l’artista mette sul piatto una serie di gadgets, stampe o quanto altro in base all’entità economica della sovvenzione di ogni singolo utente.

In Italia il crowdfunding è ancora in via di sviluppo, anche perché l’immaginario collettivo è saldamente ancorato alle vecchie sovvenzioni statali ed al fantomatico “impresario” che prima o poi scoprirà il nostro talento creativo. Eppure anche dalle nostre parti sono comparsi alcuni websites come Cineama ed Eppela, vere e proprie piattaforme di crowdfunding all’italiana che pian pianino stanno aprendo un varco in questa generazione 2.0 del fundraising. Ora però la domanda è la seguente:

Sandro Botticelli – Persona sofistica

Per tutta l’estate fino all’autunno, l’Accademia Carrara di Bergamo presenta nella sua sede temporanea di Palazzo della Ragione, nel cuore di Bergamo Alta, le scoperte e i restauri che negli ultimi anni hanno coinvolto le celebri e preziose opere di Sandro Botticelli conservate nella sua collezione, tra cui l’intenso Vir dolorum (Cristo Dolente), recentemente restituito alla mano del maestro toscano e ora in cerca del suo pendant raffigurante la Mater Dolorosa di cui si sono perse le tracce a San Pietroburgo all’inizio del Novecento. L’eccezionale “terna” di dipinti è sintesi ad alto livello del percorso di Botticelli, dal primo periodo del Ritratto di Giuliano ai due versanti tematici, sacro e profano, del Cristo dolente e della Storia di Virginia.

Intitolata Sandro Botticelli ‘persona sofistica’ (così Vasari nelle sue Vite definisce il pittore per la sua natura inquieta, stravagante e incontentabile), la mostra curata da Maria Cristina Rodeschini presenta dunque il notissimo Ritratto di Giuliano de’ Medici (1478 – 1480, tempera e olio su tavola, cm 60 x 41), la tavola raffigurante la Storia di Virginia (circa 1500 – 1510, tempera e oro in conchiglia su tavola, cm 83 x 165), e il «nuovo» Botticelli dell’Accademia Carrara, idealmente riunito al suo pendant, andato perduto.

Come ti blocco il museo

I nostri assidui lettori avranno sicuramente notato la presenza della miniserie Confrontations all’interno del nostro beneamato blog. Ebbene, quello che però andrebbe attentamente discusso è il problema della direzione del museo di turno. Già, i musei in Italia offrono ben poco in fatto di programmazione ma spesso la colpa non è dei direttori. Tirare avanti la baracca non è certo facile, anche se si è dotati di sovvenzioni pubbliche e piccoli sponsors privati.

Nella maggior parte dei casi le sovvenzioni pubbliche servono a malapena a ripagare i servizi che servono a tenere in vita l’istituzione, stiamo parlando delle pulizie, dei trasporti ed in particolare della guardiania. Questi servizi , se sommati assieme, raggiungono costi a sei zeri. Ora il problema è capire se questi benedetti costi siano reali o gonfiati dalle amministrazioni. Poi ci sono gli stipendi del personale, il direttore solitamente guadagna sui 100 euro ed il resto dello staff si attesta più o meno su questa cifra.

I tirannosauri della cultura e la sopravvivenza delle loro poltrone

Il nostro è un paese di baroni e di dinosauri. Già tra massoni, lobby, corporazioni e quanto altro, la nostra “meglio gioventù” è costretta a fuggire all’estero, se vuole combinare qualcosa di buono. Loro invece, i dinosauri ed i baroni intendo, sono sempre lì fermi sulla poltrona a decidere di tutto e tutti. Ma se fossero dinosauri illuminati sarebbe già una fortuna, il guaio è che si tratta di dinosauri stanchi e ciechi che riescono solo a combinare una sequela infinita di danni, per  assicurarsi la propria sopravvivenza. Anche il mondo della cultura è pieno zeppo di tirannosauri da far paura, andiamo a vedere quali sono le quattro specie più pericolose in modo da trovarci preparati ad un loro attacco:

1 Lorenzo Ornaghi – Mitico Ministro per i Beni e Le Attività Culturali nominato dal temutissimo Monti. In pochi mesi è riuscito a dilaniare ciò che è rimasto del nostro amor proprio sfiduciando il MAXXI di Roma e facendoci guadagnare le prime pagine dei magazine di tutto il mondo.

2 Vittorio Vittorione Nazionale© Sgarbi – Sono passati quasi due anni ma grazie alle sue spaventose gesta ancora siamo qui a cercar di lavar via l’onta della vergogna. Padiglione Italia alla Biennale di Venezia da bomba all’Hotel e conseguente figuraccia internazionale. Diteci se esiste un dinosauro più pericoloso di questo.

Si inaugura con la mostra dedicata a Carlo Scarpa il ciclo Le Stanze di Vetro, progetto culturale pluriennale avviato dalla Fondazione Giorgio Cini


Il 29 agosto 2012 apre al pubblico sull’Isola di San Giorgio Maggiore a Venezia la mostra Carlo Scarpa. Venini 1932 – 1947 a cura di Marino Barovier. Realizzata nei nuovi spazi restaurati dall’architetto newyorkese Annabelle Selldorf, l’esposizione ricostruisce attraverso più di 300 opere il percorso creativo di Carlo Scarpa negli anni in cui operò come direttore artistico per la vetreria Venini (dal 1932 al 1947). Aperta fino al 29 novembre 2012 la mostra costituisce la prima iniziativa pubblica de Le Stanze del Vetro, progetto culturale pluriennale avviato dalla Fondazione Giorgio Cini in collaborazione con Pentagram Stiftung per lo studio e la valorizzazione dell’arte vetraria veneziana del Novecento.

L’inaugurazione della mostra Carlo Scarpa. Venini 1932 – 1947 coincide con l’apertura di un nuovo spazio espositivo permanente, che ospiterà negli anni una serie di mostre monografiche e collettive dedicate ad artisti internazionali, contemporanei e non, che hanno utilizzato il vetro, nell’arco della loro carriera, come strumento originale di espressione e mezzo di ricerca di una propria personale poetica. L’obiettivo è di mostrare le innumerevoli potenzialità di questa materia, e di riportare il vetro al centro del dibattito e della scena artistica internazionale.

Charles Saatchi lancia il progetto 100 Curators in 100 days

Charles Saatchi non è certo un tipo a corto di risorse e di idee. L’inventore della Young British Artists generation e, di conseguenza, il primo “papà” di Damien Hirst, Tracey Emin e compagnia cantante ha deciso di organizzare un evento senza precedenti sulla sua piattaforma online, che fra l’altro si appresta a festeggiare il suo sesto anno di vita.

Questa settimana Saatchi Online lancerà il progetto 100 Curators in 100 days, pensato dal nuovo capo esecutivo Margo Spiritus. Il progetto è semplice, 1000 curatori provenienti da ogni parte del mondo selezionano ognuno 10 artisti da mostrare sul sito per un intero giorno. I 1000 artisti partecipanti sono stati scelti tra i 60.000 presenti sul sito. Secondo Margo Spiritus: “100 curators in 100 days è esattamente in pieno spirito Saatchi, la nostra piattaforma mira a scoprire nuovi talenti e se a presentarli sono celebri curatori, tanto di guadagnato”.

Le mostre nel periodo della crisi, meglio o peggio?

Una volta, non troppo tempo fa, le mostre in galleria erano un vero e proprio must ed in ogni città si organizzavano un numero impressionante di eventi, alcuni di altissima qualità ed altri un poco meno ma pur sempre meritevoli di uno sguardo. Del resto il cibo cattivo provoca intossicazioni, l’arte brutta per fortuna non ha mai rovinato la vista a nessuno, almeno credo. Eravamo nel periodo d’oro dell’arte contemporanea nazionale, quello in cui tutti parlavano di creatività, dove l’arte digitale rappresentava un futuro pieno di successi, dove la nuova critica scriveva libri sagaci e puntuali che puntualmente vendevano migliaia di copie.

Forse la crisi economica era già ben salda sul nostro groppone ma questo ai galleristi importava ben poco ed allora via con la produzione delle opere, con i vernissage ricchi di cibo e beveraggi, con i cataloghi finemente decorati e con le mostre organizzate dal curatore alla moda di turno. L’ultimo ventennio è stato il nostro “boom”, l’esplosione di una passione troppo forte per durare a lungo. Poi c’è stata la crisi, ma non solo quella economica, quella di contenuti, la smania di correre appresso agli statunitensi ed ai tedeschi, la sicumera dei critici nel vaticinare questa o quella tecnica come il next big thing della creatività.