James Franco, la star di Hollywood che ha girato numerosi film di successo come la saga di Spiderman diretta da Sam Raimi, ha intenzione di gettarsi a capofitto nel mondo dell’arte contemporanea. E’ da diversi mesi infatti che l’attore collabora con il video artista Carter, insieme i due hanno già realizzato di un’opera di video arte intitolata Erased James Franco che è stata presentata nel corso di prestigiose manifestazioni come il Guggenheim Art Awards 2009 ed Art Basel Miami Beach oltre che al MoMa di New York.
Si mormora che Franco sia pappa e ciccia con Klaus Biesenbach, nuovo capo del P.S.1 Contemporary Center e curatore capo del MoMa. L’attore parteciperà ad una mostra alla celebre galleria newyorchese Deitch Projects, il progetto presentato è alquanto bizzarro. Franco ha ultimamente partecipato in diversi episodi della serie General Hospital, ora l’attore avrebbe intenzione di girare una puntata speciale della serie (curando la regia) direttamente in galleria sviluppando così una performance che si tramuterà in una soap opera nella soap opera.
Il Centro Arti Visive Pescheria presenta una rassegna dedicata alla videoarte, che riunisce le opere video dei più interessanti artisti italiani delle ultime generazioni che si sono cimentati con questo linguaggio espressivo in maniera sempre sorprendente. La selezione tocca i diversi aspetti della videoarte, dai tableaux vivants di Vanessa Beecroft alla vita nelle periferie urbane di Botto & Bruno, alle sofisticate danze acquatiche riprese da Elisa Sighicelli. E poi Elisabetta Benassi, Eva Marisaldi, ZimmerFrei, Rä di Martino, Riccardo Previdi, Paolo Chiasera e Domenico Mangano. La rassegna verrà presentata da Ludovico Pratesi il 16 dicembre alle ore 19.00, e nell’occasione verranno trasmessi i lavori di Rä di Martino, Elisabetta Benassi e Botto & Bruno. Ecco il programma della manifestazione:
Una fugace immersione all’interno dello sconfinato mare delle dipendenze. Questo è Dipende, doppio blitz di Nero Pop e Napolitano & Petricca a La Porta Blu Gallery di Roma rispettivamente il 13 ed il 18 dicembre. Ogni essere umano ha bisogno di stimoli fisici e psichici, di appigli ideologici, di sostanze che lo tengano in vita e di relazioni mutuali da cui attingere linfa spirituale poichè la natura stessa dell’esistenza non può dirsi completamente autosufficiente.
L’arte contemporanea trae molte volte spunto da tematiche politiche e la spigolosa questione del riscaldamento globale non fa certamente eccezione a questa regola. A riprova del fatto l’architetto di Los Angeles Cristophe Cornubert ha deciso di installare il suo CO2 Cube a Copenhagen dove sta avendo luogo il summit delle Nazioni Unite sul riscaldamento globale. La struttura e alta come tre piani di un normale edificio ed è stata collocata sul lago St. Jørgens, vicino al planetario Tycho Brahe. Secondo il suo creatore il cubo rappresenta lo spazio che occuperebbe una tonnellata di anidride carbonica se fosse immagazzinata in uno spazio con pressione atmosferica standard.
Il Moma di New York ospita fino al 28 febbraio un’interessante mostra dal titolo Projects 91: Artur Zmijewski, retrospettiva sull’artista polacco Artur Zmijewski che da anni indaga sulle norme ed i comportamenti sociali in maniera del tutto provocatoria e brutale. Nel suo video 80064, l’artista convince un anziano sopravvissuto allo sterminio di Auschwitz a farsi cancellare il numero di deportato che reca sul braccio da un tattoo artist. In un primo momento l’uomo sembra accettare ma davanti la telecamera ha dei ripensamenti per poi cedere alle volontà di Artur Zmijewski e farsi cancellare definitivamente il numero.


