Street art a supporto di Blu mentre Bilal si toglie la macchina fotografica dalla testa

L’incidente diplomatico tra Jeffrey Deitch, il MOCA e la street art all’italiana rappresentata dal talento nostrano Blu sembra aver lasciato alcuni interessanti strascichi all’interno della scena street losangelina. Come ben ricorderete Deitch aveva censurato il murale di Blu, recante delle bare fasciate da dollari al posto delle classiche bandiere, per non incappare in possibili guai. Ovviamente dopo aver subito la cancellazione del murale, la street art di Los Angeles è passata al contrattacco organizzando alcune rappresaglie artistiche.

L’ultima in ordine di tempo riguarda alcuni esempi di poster art che ci fa notare il sempre pronto magazine Hyperallergic. I due poster ritratti in foto sono stati prodotti da Mark Of The Beast e LA RAW e sono stati affissi in parecchie zone della città. All’interno dei posters Il “povero” Deitch compare in situazioni ironiche.

Mona Hatoum vince il Joan Mirò Prize 2011 mentre una sua opera è in mostra a Londra

L’artista di nazionalità britannico-palestinese Mona Hatoum è stata dichiarata vincitrice del  Joan Miró Prize edizione 2011. Questo prestigioso premio che ammonta a 70.000 euro viene concesso ogni due anni, durante una grande cerimonia che si svolge presso l‘auditorium Fundació Joan Miró a Barcellona. Mona Hatoum riceverà l’ambito riconoscimento, e sopratutto i soldini il prossimo 7 aprile ed a seguire l’artista sarà ospitata dalla fondazione nel corso di una mostra che rimarrà in visione fino al giugno 2012.

La giuria ha preso la sua decisione all’unanimità, affermando che Mona Hatoum “ha aperto la strada alle pratiche artistiche di natura non occidentale pur evidenziando i collegamenti tra cultura occidentale e transnazionale, tra eventi politici e culturali. Grazie a Mona Hatoum, il mondo dell’arte è diventato più aperto e meno egocentrico, un processo che è ancora in espansione ed in consolidamento. L’impegno dell’artista nei confronti del rispetto dei valori umani e di tutte le culture e le società, incontra l’impegno di Miró”.

Laurina Paperina allo Studio Trisorio di Roma

Venerdì 11 febbraio alle ore 19 allo Studio Trisorio di Roma saranno presentate le animazioni video di LAURINA PAPERINA How to Kill Laurina Paperina, presentato per la prima volta in Italia dopo la Biennale di Lione, i primi cinque episodi della serie How to Kill the Artists e The Great Ratzinger.

In How to Kill Laurina Paperina e How to Kill the Artists, Laurina Paperina si prende gioco di se stessa e dei più noti artisti contemporanei con ironia dissacrante. Una serie di video-animazioni narrano la sua ipotetica morte e quelle di artisti ormai arrivati all’apice del successo e osannati dalla critica. Il tratto di Laurina Paperina rimanda da una parte alla tradizione del disegno dei libri illustrati per bambini, dall’altra al fumetto e, per certa verve comica e capacità di critica, anche al grande fenomeno popolare dei cartoons americani di satira; ma Laurina Paperina si diverte ad estremizzare il racconto fino allo splatter, con sbrandellamenti di corpi e fiotti di sangue. I suoi lavori evocano i linguaggi che germinano dal mondo di internet, della televisione e del cinema horror degli anni ottanta e novanta.

Rihanna scopiazza da David LaChapelle per il suo video S&M

Oggi ci dedichiamo a qualcosa di un poco più frivolo. Molti sostengono che Lady Gaga sia una copia spudorata della Lady di ferro del pop, vale a dire Madonna. Comunque sia la signorina Germanotta ha pur sempre una gran voce ed è un’appassionata d’arte contemporanea, al punto che reputa le sue esibizioni come vere e proprie performance. Non è mistero, e noi lo sappiamo bene, che Lady Gaga stia tentando in tutti i modi di entrare nel circuito delle arti visive ma a fronte dei vari tentativi l’impresa non è ancora riuscita. Stesso dicasi per il nostro James Franco.

Copia o non copia, in questi ultimi giorni il Daily Mail ha scoperto un’altra popstar dedita a piccoli “furti” di natura estetica. Stiamo parlando di Rihanna, il ciclone delle Barbados che con la sua hit Umbrella ha venduto milioni di dischi in tutto il mondo (come spesso dicevano a Superclassifica Show). Ebbene la ventiduenne peperina nel suo ultimo singolo S&M, ovviamente mosso da tematiche sadomaso.

Giovedì Difesa: Los Cronocrimenes

Los Cronocrimenes è un film spagnolo del 2007, girato a bassissimo budget, scritto e diretto da Nacho Vigalondo, al suo primo lungometraggio. Il film è vincitore del Festival Science fiction 2007, ed è stato distribuito negli Stati Uniti a dicembre 2008. Pare se ne stia pensando una versione americana ad alto budget, forse per la regia di Cronenberg, ma non ho trovato la notizia confermata.

Il film si incentra sui paradossi del viaggio del tempo. Hèctor proiettato nel passato di poche ore a causa di misteriosi eventi, per tornare a casa è costretto a ricondurre l’altro se stesso (quello che non è ancora andato nel passato) fino al momento, appunto, del viaggio nel tempo. Dunque egli deve divenire l’artefice dei misteriosi eventi.

La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo sbarca a Madrid

“Spirito e Spazio. Opere dalla Collezione Sandretto Re Rebaudengo” è il titolo della mostra organizzata dalla Fondazione Banco Santander di Madrid, in collaborazione con la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, esposta alla Sala de Arte Santander – Boadilla del Monte dal 9 febbraio al 29 aprile 2011

Le opere selezionate dalla Collezione Sandretto Re Rebaudengo esprimono come lo spirito e lo spazio permangano nelle radici dell’arte contemporanea. Come in un triangolo, la mostra si struttura su tre punti cardinali che rappresentano i differenti rituali dell’essere adulto nella società contemporanea. L’opera di Fiona Tan, “San Sebastiàn” con le sue giovani donne giapponesi forma il primo vertice; il gruppo Afro-Americano nelle strade deserte di Los Angeles di Doug Aitken costituisce il secondo vertice; il video di Douglas Gordon e Philippe Parreno, “A 21st Century Portrait” che ritrae Zidane come una figura mistica nell’atto di praticare il rituale moderno della partita di calcio, forma il terzo vertice.

Premio Maretti, il premio per gli over 35

La Fondazione Valerio Riva, in collaborazione con il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, é lieta di annunciare la selezione degli artisti che parteciperanno alla III edizione del Premio Maretti – Valerio Riva Memorial, che si terrà nelle sale espositive del Centro Pecci di Prato dal 12 marzo al 25 aprile del 2011.

Non è  inutile ricordare che il Premio Maretti – Valerio Riva Memorial è l’unico premio italiano dedicato ad artisti italiani dai trentacinque anni in su, e che vuole quindi invitare ad una riflessione sul lavoro di quegli artisti già presenti da qualche anno sulla scena, e con un lavoro già caratterizzato. Di fatto una scelta in controtendenza, verso un ormai discreto numero di premi nazionali orientati a valorizzare esclusivamente novità ed artisti emergenti.

Talks e dibattiti: l’arte di parlare a vanvera

Convegni, tavole rotonde, talks, dibattiti, forum e chi più ne ha più ne metta. Il mondo dell’arte contemporanea del tricolore è un florilegio di discussioni circa l’andamento del mercato, i metodi per fare sistema ed il miglior modo per supportare i giovani artisti. Queste interminabili e noiose oratorie spuntano come funghi all’interno di fiere, festival ed altre manifestazioni e solitamente sono presenziate da illustri curatori ed altri addetti del settore. Tutti sono pronti a dire la loro ed ognuno sembra esser in possesso del giusto antidoto per guarire il mercato o della formula esatta per far esplodere i talenti emergenti.

Il guaio è che nel nostro paese si parla troppo e si agisce troppo poco, queste manifestazioni si tramutano infatti in estenuanti tribune politiche o processi del lunedì che lasciano le cose invariate. Gli oratori però se ne tornano a casa gonfi d’orgoglio per aver aggiunto infrastrutture verbali ad una montagna di parole inutili, una montagna che non riesce a partorire nemmeno un topolino. Del resto a noi il dibattito da cineforum è sempre piaciuto e potremmo senza ombra di dubbio affermare che organizzare un meeting senza senso è una vera e propria arte, una performance insomma.

Transemediale: quando il medium è messaggio

E’ stupefacente vedere come quell’immagine di “villaggio globale” che Marshall McLuhan aveva ipotizzato circa quarant’anni fa assume connotazioni sempre più concrete e determinanti nell’era dei social network. Tempo fa leggevo della velocità con la quale si passa dal facebook al letto e questo non è che uno dei tanti aspetti che ci permette di capire gli effetti delle tecnologie connettive sulla nostra percezione umana.

La possibilità relazionale si è fortemente potenziata ma, per contro parte, è andata sempre più assumendo i caratteri di una smaterializzazione, costringendoci ad un ripensamento delle categorie percettive e sensoriali. Anche in questo caso di troviamo di fronte ad un’ambiguità: se da un lato tale ripensamento può risultare straniante, dall’altro può essere letto come un potenziamento, quel “corpo senza organi” tanto auspicato da Deleuze e Guattari.

Fuksas e Gehry, due “nuvole” cariche di pioggia

La nuvola di Frank Gehry

Le nuvole sembrano esser divenute il pallino delle archistar internazionali. Certo è che guardando il cielo ognuno di noi può meravigliarsi in qualsiasi momento ma è pur vero che molte volte avere la testa fra le nuvole non è . Ne sa qualcosa Massimiliano Fuksas, visto che l’edificazione del suo Centro Congressi Italia (ribattezzato Nuvola) nel quartiere EUR di Roma si è tramutata in una vera e propria fabbrica di San Pietro, inaugurata l’11 dicembre del 2007 ed ancora ferma al più classico dei pali. Si è detto che la Nuvola verrà completata nel 2013 ed il suo costo complessivo sarà di oltre 270 milioni di euro, non male per una gigantesca teca in acciaio e vetro.

In questi ultimi giorni una nuova “nuvola” è balzata agli onori della cronaca. Si tratta di una nuova struttura parigina sviluppata dall’archistar Frank Gehry e fortemente voluta da Bernard Arnaud il proprietario dei fashion brands Louis Vuitton, Christian Dior e Givenchy. La Nuvola di Gehry (il cui vero nome è Louis Vuitton Foundation for Creation) è stata pensata per contenere un centro culturale che ospiterà mostre temporanee di artisti universalmente riconosciuti come Jean-Michel Basquiat, Francis Bacon e Damien Hirst.

Andrea Chiesi – Io rifletto

Guidi&Schoen Arte Contemporanea di Genova inaugura il 10 febbraio il nuovo progetto dell’artista modenese Andrea Chiesi. Chiesi espone un nuovo ciclo di dipinti su tela sui quali ha lavorato nell’ultimo anno. Dopo la personale da Nohra Haime a New York l’artista ha compiuto, durante un lungo soggiorno americano, una serie di viaggi lungo la costa est degli Stati Uniti (Philadelphia, Boston, Beacon, Providence, Washington…).

Come di consueto l’artista ha scattato una serie di immagini dell’area. Successivamente nel dipingerli li ha ricostruiti, modificando le costruzioni, lavorando per sottrazione, oppure all’opposto intensificando le linee, spingendo la prospettiva oltre una soglia che pare infinita, con una rigorosa insistenza a metà strada tra la pratica zen e l’ossessione maniacale.

Subodh Gupta, L’India invade la Finlandia

La stagione primaverile dell’Hildén Sara Art Museum di Tampere (Finlandia) si apre con una mostra di Subodh Gupta (dal 12/2/2011 al 30/4/2011), la superstar dell’arte contemporanea indiana. Gupta è al momento una dei più importanti nomi dell’arte contemporanea internazionale ed è conosciuto per i suoi dipinti e installazioni che hanno a che fare con lo stile di vita indiano e la cultura contemporanea. L’arte di Subodh Gupta (nato nel 1964)  è essenzialmente legata alla tradizione indiana ed al cambiamento nella società. I suoi dipinti, sculture, installazioni e performance descrivono i cambiamenti sociali e culturali all’interno di un riconoscibile, ricco linguaggio visivo.

Gupta appartiene alla generazione di artisti indiani che studiano l’identità del loro paese a livello globale. I temi della crescita economica, del materialismo e dell’emigrazione sono espressi attraverso oggetti comuni. Scatole portapranzo in acciaio, pentole o biciclette riflettono, oltre che grande periodo di transizione indiano, anche la vita personale dell’artista ed i suoi ricordi.

Kinetica, una fiera in bilico tra arte e scienza a Londra

Tomomi Sayuda

Art Basel è senz’altro una manifestazione fieristica celebre e prestigiosa, gli espositori fanno a pugni per entrare al suo interno e gli artisti non vedono l’ora di portare una loro opera fra gli stand. Anche Frieze come Artissima Torino e Artefiera Bologna sono fiere molto amate da pubblico, collezionisti e semplici appassionati. Bisogna però ammettere che nessun’altra fiera al mondo è appassionante quanto Kinetica Art Fair, manifestazione in bilico tra arte e scienza che si è svolta dal 4 al 6 febbraio all’Ambika P3 Gallery di Londra.

Esperienze audiovisuali, tecnologia, forme mutanti, robotica, teorie quantistiche e new media art, tutto fa brodo in questa fiera che ha forse il pregio di riportare la meraviglia ed il gusto per la sorpresa all’interno del dorato mondo dell’arte contemporanea. Tra i tanti espositori e visitatori presenti tra i padiglioni, la fiera ha presentato un programma di eventi collaterali a cui ha partecipato anche il controverso artista Stelarc, quello che si è fatto impiantare un orecchio dentro l’avambraccio, per intenderci.

Camorra! ed il direttore del CAM Antonio Manfredi chiede asilo in Germania

Una sbalorditiva notizia è rimbalzata nelle ultime ore sul sito della CBS News. Protagonista della vicenda è Antonio Manfredi, direttore del CAM, Contemporary Art Museum di Casoria, istituzione museale che negli ultimi tempi è stata bersaglio di alcuni atti illeciti portati a termine da ignoti malfattori. Ai microfoni dell’Agence France Presse, Manfredi avrebbe dichiarato di voler presto lasciare il museo e trasferirsi in Germania per proseguire il suo percorso di supporto alla giovane arte.

“Sto dicendo sul serio, se Angela Merkel mi offre asilo, sono pronto a fare i bagagli e trasferirmi in Germania con lo staff del museo e con l’intera collezione di 1.000 opere” ha dichiarato alla stampa il direttore. In parole povere Manfredi sarebbe pronto sin da subito a trasferire l’intero museo con tutte le opere accumulate durante la sua gestione iniziata nel 2005.