L’artista Kane Cunningham compra una casa per distruggerla

 “il bisogno di distruggere è anche un bisogno artistico” aveva un giorno dichiarato Pablo Picasso. Oggi un artista inglese metterà alla prova questa teoria, stiamo parlando di Kane Cunningham, stimato pittore paesaggista dello Yorkshire che ha da poco acquistato una casa a Knipe Point vicino Scarborough pagandola solo 3.000 sterline. La proprietà alcuni anni fa aveva un valore di 150.000 sterline ma la sua posizione a pochissimi metri dall’orlo di un dirupo sul mare (su terreno franabile) ha ridotto il suo valore. Anche altre costruzioni del vicinato sono già cadute nel mare sottostante ma Kane Cunningham ha voluto comprare lo stessa la sua casa.

L’obiettivo dell’artista è quello di documentare la caduta dell’immobile e trasformarla in un grande progetto artistico. Nei prossimi giorni la casa diverrà una vera e propria installazione con videocamere che filmeranno la casa fino al suo definitivo collasso. “La casa diverrà un simbolo di sogni perduti e disastri finanziari, molti si chiederanno, può una casa che è sul punto di crollare essere considerata un’opera d’arte? io dico di si?” ha dichiarato recentemente il coraggioso artista. Cunningham ha inoltre invitato artisti locali, poeti e musicisti ad unirsi a lui per sviluppare il progetto e riempire la casa di altre opere.

David LaChapelle ritrae la Maybach, gioiello di casa Mercedes

Avete mai sentito parlare della Maybach? per quanti di voi non la conoscessero la Maybach era una casa automobilistica fondata nel 1909 in Germania e produceva incredibili e lussuosissime automobili, ambite dall’alta società dell’epoca. Negli anni ’40 la compagnia cessò la produzione di automobili e continuò ad effettuare solamente riparazioni dei modelli già esistenti. Verso la fine degli anni ’90 la Mercedes-Benz ha deciso di acquistare il brand e riportare in auge la Maybach iniziando la produzione di due modelli con motori Mercedes.

Ovviamente le automobili Maybach sono estremamente curate in ogni dettaglio e prodotte in edizione limitata, delle vere opere d’arte di ingegneria che raggiungono cifre da capogiro come il modello Zeppelin, ultimo nato in casa Maybach, che si aggira attorno ai 470.000 euro. Ovviamente il modello Zeppelin doveva essere pubblicizzato nella giusta maniera, con un tocco di classe ma anche di eccentricità cose che piacciono sempre alla ricca borghesia a caccia di auto sempre più sfarzose. Per la campagna pubblicitaria è stato quindi assoldato il più esagerato e celebre fotografo del momento: David LaChapelle.

Irving Penn il fotografo della gente comune

 Importante retrospettiva la Getty Center di Los Angeles che fino al prossimo 10 gennaio ospiterà la mostra Small Trades dedicata al talento fotografico di Irving Penn (1917-2009). Il grande maestro della fotografia ha iniziato la sua carriera lavorando per Vogue come fashion photographer e creando immagini con linee pulite, toni brillanti e composizioni bilanciate che gli hanno garantito un un posto nel mondo dell’arte molto prima che Juergen Teller fosse in grado di sorreggere il peso di una macchina fotografica.

Nei primi anni ’50 il celebre fotografo cominciò ad espandere il suo campo d’azione viaggiando a Londra, Parigi e New York. Fu in quegli anni che Penn decise di dare una sterzata artistica alla sua carriera di fotografo e diede inizio alla serie Small Trades di cui il Getty Museum mette in mostra una vasta collezione di opere. Penn decise di ritrarre semplici lavoratori e cominciò a fotografarli nel suo studio con dei fondali neutrali senza altri orpelli in grado di distogliere lo sguardo dello spettatore dal soggetto principale. Ogni soggetto era in piena uniforme di servizio e corredato da tutti gli oggetti che servivano all’espletamento della sua mansione.

Xenofon Kavvadias e l’arte del terrorismo

 L’artista greco Xenofon Kavvadias potrebbe incappare in una seria vicenda legale che riguarda le leggi contro il terrorismo. Il governo inglese ha infatti sguinzagliato i suoi informatori mettendoli al seguito dell’artista che avrebbe intenzione di usare un manuale della Jihad ed alcuni testi estremisti all’interno di una sua futura mostra in una galleria di Londra. Il governo ha già informato Xenofon Kavvadias che se andrà avanti con i suoi propositi sarà arrestato e giudicato per atti terroristici. L’artista greco è laureato alla Central St Martins School of Art and Design e vive nel Regno Unito da sei anni.

Kavvadias aveva già ricevuto un avvertimento dal governo durante la sua precedente mostra dove aveva esposto tre copertine di testi estremisti protetti da espositori di plexliglas con l’intento di esplorare i limiti legali della libertà di espressione. Adesso l’artista ha intenzione di installare una specie di libreria con testi che includono La Difesa della Nazione Musulmana di Sheikh Abdullah Azzam un esponente della Jihad che ha influenzato Osama Bin Laden e Il Manuale dei veleni dei Mujaheddin una guida che insegna come è possibile ricavare terribili veleni dal tabacco e dalle patate. Nella mostra Kavaddias a anche intenzione di includere il Manuale della Jihad Afgana (conosciuto come il Manuale di al-Qaeda) che spiega come pianificare, finanziare ed eseguire gli attacchi terroristici.

Hermann Nitsch – Teatro delle Orge e dei Misteri

Le attività 2010 della GAM-Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino prendono l’avvio con uno storico appuntamento dedicato ad uno degli artisti più apprezzati e controversi dell’arte contemporanea internazionale, Hermann Nitsch che incontra il pubblico di Torino giovedì 14 gennaio alle ore 18 per approfondire, anche attraverso filmati e video documentari, alcuni aspetti del suo celebre lavoro Orgien Mysterien Theater.

Hermann Nitsch, nato a Vienna nel 1938, concepisce l’idea di “Orgien Mysterien Theater”, il Teatro delle Orge e dei Misteri, nel 1957 e da allora ha sviluppato incessantemente questo progetto, concentrando su di esso tutte le sue aspirazioni e dedicandovi la sua intera vita artistica. Il Teatro concepito da Nitsch è uno spazio in cui centinaia di persone si abbandonano ad una comune e totalizzante esperienza artistica, con il coinvolgimento di tutti i cinque sensi. Si tratta dunque di una forma di arte performativa in cui l’elemento centrale è lo stato di eccitazione psicofisica dei partecipanti, che non reprimono i propri naturali istinti primordiali come invece – secondo l’artista – accade normalmente, a causa delle norme e dalle imposizioni dettate dalla società attuale.

Fluxus Biennial all’Auditorium di Roma

Sarà la mostra dedicata a George Maciunas ad inaugurare Fluxus Biennial, la rassegna curata da Achille Bonito Oliva dedicata al movimento Fluxus. Il progetto, promosso dalla Fondazione Musica per Roma, coprirà un arco di tempo di due anni (2010/2011) e sarà strutturato in una serie di piccole grandi mostre sui protagonisti di Fluxus, arricchite da un fitto programma di performance sia storiche che contemporanee.

La mostra di George Maciunas, allestita all’Auditorium di Roma dal 26 gennaio al 17 marzo 2010, ripercorrerà lo spirito dell’attività dell’artista lituano attraverso il tema del gioco, inteso come modo di relazione, di scambio e di cambiamento. Saranno esposti, oltre a uno speciale ping-pong riadattato dall’artista, esempi dell’attività di graphic designer di Maciunas, della sua capacità di analisi critica sulla storia dell’arte, così come del suo unico e fertilissimo modo di lavorare all’unisono con gli altri artisti del gruppo Fluxus, fondendo le loro esperienze in un collettivo creativo dove l’equazione e la sovrapposizione tra arte e vita doveva essere totale.

Netmage Festival 2010

La decima edizione di Netmage festival si terrà a Bologna dal 21 al 23 gennaio 2010. Appuntamento internazionale ormai consolidato dedicato agli incroci fra arti elettroniche, visive, musicali e performative, Netmage 10, curato da Xing, presenta un ricco programma di produzioni e progetti offrendo un variegato e imprevedibile scenario sulla ricerca audiovisuale contemporanea.

Sede del festival saranno gli spazi di Palazzo Re Enzo, affacciati su Piazza Maggiore, che ospiteranno live-cinema, concerti, azioni performative, ambienti sonori e visivi. Il programma della sala principale del festival – il Live Media Floor – costituisce nel suo insieme un world-scape visivo ed emozionale che riattraversa, intersecandoli, i territori dell’immagine-movimento e degli immaginari contemporanei. In bilico fra dispositivi come teatri di operazioni; derive di elettronica space eclettica e ambientale e loro antenati fondativi (rispettivamente Be Maledetto Now e Cluster), esplorazioni impro-free-noise nella tradizione dell’essere alieno (My Cat is An Alien); e riattualizzazione di esperienze storiche della cinematografia sperimentale d’avanguardia (Lee Hangjun e Hong Chulki dalla Corea); a confronto con una figura centrale nella definizione del suono e dell’immaginario weird-psycho-noise dello svedese Es. Sul fronte delle figure seminali per pratiche o per sonorità in relazione alla visione che Netmage cerca di disegnare, si evidenziano la presenza di Richard Lainhart, originale sperimentatore statunitense e inventore della cultura del synth, e dei Cluster, leggendaria formazione tedesca, a cui è stato affiancato l’artista Canedicoda per un’inedita collaborazione visiva.

Damien Hirst e Jeff Koons cadono nel baratro al 50%

 Il nuovo anno sembra già portare succose notizie di mercato, sembrerebbe infatti che Damien Hirst e Jeff Koons, stelle della bolla speculativa dell’arte, hanno perso il trono di re del mercato. Nel 2009 le vendite di molte delle loro opere si sono chiuse con un ribasso del 50 percento e sembra che ci vorrà una decade per far tornare le loro quotazioni a valori di record, almeno a quanto dicono importanti art dealers. “proprio in questo momento diversi collezionisti hanno avvertito la significante perdita di quotazioni di Hirst e non hanno intenzione di vendere, almeno fino a quando risaliranno” ha dichiarato Philip Hoffman, capo esecutivo del Fine Art Fund di Londra.

La vendita all’asta di opere di arte contemporanea è cresciuta esponenzialmente tra il 2003 ed il 2008. Il periodo d’oro sembra esser finito proprio con l’evento Beautiful Inside My Head Forever nel settembre 2008, asta di due giorni che ha coinciso con quelli del collasso della Lehman Brothers Holdings ed è stata etichettata dai dealers come l’inizio della fine del boom legato all’arte contemporanea.

Banksy chiama, King Robbo risponde: la sfida della street art

 Banksy, il più famoso street artist del Regno Unito è ormai abituato a musei, gallerie ed altri templi dell’arte contemporanea ma una delle sue ultime opere ha sicuramente riacceso il suo spirito street, dando alla sua carriera un’inaspettata sterzata all’indietro nel tempo, quando (come tutti gli street artists) si battagliava con altri artisti locali a colpi di spray nelle più agguerrite Street Fight. Il nostro eroe di Bristol è stato infatti accusato di aver mancato di rispetto a King Robbo, leggenda della street art londinese.

Banksy avrebbe infatti modificato un graffiti che Robbo aveva eseguito ben 24 anni fa nel quartiere di Camden, correva l’anno 1985. Ovviamente il buon vecchio Robbo ha raccolto subito la sfida e non contento dell’opera di Banksy ha cancellato l’opera di quest’ultimo, sostituendola con un enorme composizione costituita naturalmente dalla scritta Robbo, L’artista ha portato a termine la sua vendetta proprio nel giorno di natale.

Gli ultimi dipinti di Jörg Immendorff alla galleria Cardi Black Box di Milano

La galleria Cardi Black Box di Milano inaugura il 20 gennaio 2010 la prima personale in Italia dedicata a Jörg Immendorff, grande artista tedesco che ha segnato la storia della pittura contemporanea e che dagli anni Settanta è stato una figura chiave dell’arte europea.

Questa mostra rappresenta una sorta di sfida perché non vuole raccontare il percorso di Immendorff attraverso le sue opere più note, i grandi cicli narrativi degli anni Settanta e Ottanta, ma sceglie un punto di osservazione particolare, presentando le ultime opere realizzate prima della sua morte. Tra il 2006 e il 2007 – l’anno della sua morte – Immendorff produce infatti una serie di capolavori di grandissima forza emotiva che coniugano il linguaggio espressionista ad una nuova costruzione dell’immagine e ricerca formale.

Lungo tutto il suo percorso artistico Immendorff ha utilizzato la pittura come riflessione sulla realtà sociale ed economica della Germania postbellica. Politico militante nelle fila dell’estrema sinistra, nella sua formazione artistica Immendorff, allievo di Joseph Beuys, assume su di sé tracce indelebili di movimenti come Espressionismo, Nuova Oggettività, Neo-Dada. Ne scaturisce un universo pittorico marcatamente segnato dalla storia contemporanea e dalle sue problematiche. I dipinti di Immendorff fino agli anni Novanta sono ricchi di simboli che rimandano alla storia tedesca degli ultimi cinquant’anni (il muro, la svastica, la bandiera ecc.) e quindi metafore della condizione sociale e politica della Germania divisa.

Jill Magid l’artista che si trasformò in agente segreto

 Il 25 agosto del 2008 una macchina nera partita dall’ambasciata Olandese di New York si recò davanti dell’abitazione dell’artista Jill Magid a Brooklyn. Un uomo sceso dalla vettura suonò il campanello e recapitò all’artista una busta marrone. La missiva in questione conteneva un enorme rapporto redatto dalla stessa artista sui suoi tre anni spesi ad incontrare agenti dei servizi segreti olandesi. Tre anni prima infatti Jill Magid era stata incaricata dai servizi segreti di creare un’opera d’arte capace di metter in luce l’aspetto umano dello spionaggio.

Ma dietro il manoscritto c’è  una lunga storia, quella di Jill Magid di 36 anni, artista le cui sculture sono state vendute per 25.000 dollari al pezzo. Per le opere commissionate dall’intelligence olandese invece l’artista ricevette 100.000 euro. L’artista propose di intervistare alcuni agenti del servizio segreto su questioni personali e compilare un rapporto oltre che ad altre opere che avrebbero poi mascherato le loro vere identità. Jill Magid cominiciò così ad incontrare gli agenti nei bar e nelle hall degli alberghi.

Nuove teorie sull’orecchio di Van Gogh

 Notizia fresca fresca proveniente da New York, un ricercatore che risponde al nome di Martin Bailey ha avanzato nuove teorie sul famigerato orecchio tagliato di Vincent Van Gogh. Secondo il ricercatore Van Gogh si sarebbe reciso l’orecchio sinistro dopo aver appreso che suo fratello Theo era sul punto di sposarsi, la scoperta invaliderebbe quindi la teoria secondo la quale la colpa della mutilazione poteva essere attribuita a Paul Gauguin. Le affermazioni di Bailey si basano su di una lettera trovata in un dipinto che Van Gogh eseguì poco dopo essersi tagliato l’orecchio.

La lettera scritta da Theo da Parigi nel dicembre del 1888 annuncerebbe il futuro progetto matrimoniale, cosa che avrebbe ulteriormente destabilizzato le già precarie condizioni mentali di Vincent che vedeva in Theo non solo un sostegno finanziario ma anche un grande sostegno morale. “Vincent aveva paura di perdere il grande appoggio sia economico che morale che Theo gli forniva” ha dichiarato Martin Bailey, autore del libro Van Gogh: Letters From Provence del 1995. Agli inizi di quest’anno due storici tedeschi avevano scritto nel loro libro Van Gogh’s Ear: Paul Gauguin and the Pact of Silence che Paul Gauguin aveva reciso l’orecchio di Van Gogh dopo una discussione accesa e che in seguito ambedue gli artisti coprirono il fatto per non incappare in noie giuridiche.

In mostra a Berlino le visionarie immagini di John Baldessari

 La galleria Sprüth Magers di Berlino ospita attualmente un’interessante mostra dedicata ad una nuova serie di lavori di uno dei più influenti artisti americani, ovvero John Baldessari classe 1931. La carriera del grande artista comincia con la pittura, nella prima metà degli anni Sessanta Baldessari è uno degli interpreti del rinnovamento, in chiave concettuale, della scena artistica della West Coast. Il presente evento dal titolo Hands And/Or Feet (Part Two) rimarrà in visione fino al 16 gennaio 2010 e coincide con la retrospettiva organizzata dalla Tate London dedicata al genio del grande artista ( mostra che si è aperta lo scorso ottobre e si sposterà al MACBA di Barcellona, al LACMA di Losangeles ed al Metropolitan Museum Of Art di New York, viaggiando per tutto il 2011).

L’evento a Berlino ospita 10 opere in larga scala che proseguono l’indagine dell’artista sulle potenzialità espressive del corpo mediante una vasta gamma di media e tecniche. Dopo aver cremato nel 1970 un vasto corpus di dipinti dal 1953 al 1966 ed aver usato le ceneri per cucinare dei biscotti, l’artista si è orientato sui materiali di riuso per creare le sue famose Photo-compositions, incorporando una grande varietà di media nelle sue opere. Assemblando pittura e fotografie su di una superficie tridimensionale, Baldessari ha molte volte esplorato vari significati dell’arte mediante una sintesi formale e tattile.