I Velvet Underground alla Biennale di Venezia

A John Cale sarebbe sempre piaciuto fare l’artista piuttosto che il musicista ed oggi finalmente ha la sua occasione. Il musicista gallese e membro fondatore assieme a Lou Reed della band The Velvet Underground, formazione prediletta da Andy Warhol, è stato selezionato a sorpresa per rappresentare il Galles alla prossima Biennale di Venezia. Cale che ha da poco compiuto 67 anni ne dimostra dieci di meno ed è onorato di poter rappresentare il suo paese come unico artista gallese presente ad  una manifestazione così importante. Evidentemente le frequentazioni con artisti del calibro di Andy Warhol, John Cage e Brian Eno hanno influito sulle aspirazioni artistiche del gallese che afferma di esser sempre stato innamorato dell’arte e degli artisti dal carattere imprevedibile “Prendi ad esempio Marcel Duchamp, un grande uomo che ha prodotto grande arte e dopo si è ritirato a giocare a scacchi per 40 anni” afferma Cale ridendo.

L’opera del musicista è concentrata sopratutto su video ed architetture sonore che ruotano sul concetto di identità nazionale: “Ho imparato l’inglese solo a sette anni, a scuola. Mia nonna mi ha accudito subito dopo la morte di mia madre e lei parlava solo il gallese” Afferma Cale che è cresciuto in una famiglia di minatori.

Venezia: Bruce Nauman al verde, Padiglione Nordico e Danese insieme si vince

Ancora importanti novità dalla 53esima Biennale di Venezia che si preannuncia più appetitosa del solito. Dopo l’articolo di Globartmag sulla presenza di Bruce Nauman alla biennale, abbiamo appreso dal New York Times che il Philadelphia Museum of Art, a cui quest’anno è stato affidato il padiglione degli Stati Uniti, sarebbe a corto di fondi per coprire i costi dell’ambizioso progetto dell’artista. Sembrerebbe infatti che la scorsa settimana il museo abbia inviato ad un gruppo di collezionisti nazionali ed internazionali una lettera con richiesta di supporto al grande evento.

Gossip a parte, la notizia del giorno è l’unificazione del Padiglione Nordico con quello Danese. L’artista danese Michael Elmgreen e l’artista norvegese Ingar Dragset cureranno insieme il progetto The Collectors che si svolgerà all’interno dei due spazi dei differenti padiglioni. Sarà la prima volta che un singolo artista o un singolo gruppo artistico rappresenterà due padiglioni di due differenti nazioni alla Biennale.

Doppio appuntamento fieristico a Roma

La capitale ospiterà nel mese di aprile RomaThe road to contemporary art e Arto’ Art fair in open city. Dopo anni di assenza di un vero evento fieristico dedicato all’arte contemporanea all’interno di una città eterna culla dell’arte antica e moderna, la presenza di ben due manifestazioni dedicate alla nuova arte fa ben sperare sulla volontà di riportare Roma ai vertici di una contemporaneità fino ad ora appannaggio di città del nord, basti pensare ai grandi eventi fieristici di Bologna e Torino.

Si parte quindi da Roma – The road to contemporary art che dal 2 al 5 aprile torna nella capitale per cercare di bissare o presumibilmente superare il successo dell’edizione 2008. Saranno presenti in fiera le più prestigiose gallerie italiane ed estere che assieme ad un nutrito numero di artisti nazionali ed internazionali sperimenteranno l’esperienza unica di esporre le loro opere all’interno di  edifici di alto valore storico ed architettonico. La novità di quest’anno è rappresentata dalla sezione Stargate, dedicata alle gallerie giovani che lavorano esclusivamente con artisti emergenti.

Emergenza reale per Emergency Room

Polemiche e censure al PAN di Napoli per l’opera di Sebastiano Deva nell’ambito del progetto curatoriale Emergency Room, ideato dal franco-canadese Thierry Geoffroy. Deva aveva presentato l’opera Sacred Love raffigurante il Cristo crocifisso rivestito da un preservativo. Ovviamente le ire del mondo istituzionale non hanno tardato ad arrivare, il sindaco Rosa Russo Iervolino ha subito fatto rimuovere l’opera incriminata affermando che:

“Quando manca l’ispirazione artistica, si tenta di far parlare di sé anche con operazioni artistiche di pessimo gusto e che non rispettano (come si dovrebbe) il sentimento religioso dei cittadini. Naturalmente, quando chiedo il rispetto del sacro, mi riferisco a tutte le religioni e non intendo comprimere la libertà dell’arte”

L’assessore Nicola Oddati si è quindi precipitato al Pan per agire in prima persone sull’oscuramento dell’opera. Non è certo la prima volta che le istituzioni intervengo per censurare un’opera accusata di blasfemia, basti pensare al vespaio di polemiche suscitate dalla rana crocifissa di Martin Kippenberger esposta l’estate scorsa al Museion, il museo d’arte moderna della città di Bolzano. Per non andare troppo indietro nel tempo anche quest’inverno in occasione di Artefiera a Bologna, l’installazione di Federico Solmi esposta allo stand della galleria napoletana Not Gallery  è stata sequestra dalla procura locale.

The Don Gallery, street art a go-go

Ricca serie di appuntamenti per The Don Gallery che ha inaugurato la scorsa settimana la sua sede stabile a Milano. La galleria nasce da un’idea del gallerista Matteo Donini che da oltre un decennio colleziona arte urbana mondiale e si prefigge l’obiettivo di promuovere tale disciplina artistica in tutto il territorio nazionale ospitando artisti del panorama internazionale.

Si parte quindi con Alifrance mostra inaugurata appunto il 18 marzo che si protrarrà sino al 30 aprile 2009. L’evento, il cui titolo gioca in maniera ironica ed irriverente sulle vicissitudini di Ailitalia legate al colosso aeronautico Airfrance, presenta i lavori di tre grandi nomi della street art francese: Space Invader, Alexone e WK Interact. I tre artisti che racchiudono l’essenza della nuova realtà lowbrow, street art e pop surrealism sono da tempo rappresentati da prestigiose gallerie di tutto il mondo e fanno parte del listino di importanti case d’asta come Bonhams e Phillips.

Visual Container il primo distributore di Videoarte in Italia

E’ da poco nato Visual Container un’associazione senza fini di lucro che si propone di colmare l’assenza nel panorama artistico italiano di un qualificato distributor di video arte e new-media art, configurando un polo di raccolta, studio, promozione e distribuzione a livello nazionale ed internazionale di opere di artisti ad ogni livello di carriera.

L’interessante progetto è stato sviluppato dalle menti creative del critico Giorgio Fedeli e della video artista Alessandra Arnò. L’idea è quella di fornire un giusto supporto ai videoartisti affermati ed ai nuovi talenti del nostro paese, incanalandoli verso possibili fruitori pubblici o privati e mettendoli in grado di realizzare progetti ed esposizioni in Italia ed all’estero. Nel panorama internazionale è già da molto tempo possibile apprezzare l’operato della canadese Videopool che dal 1983 ha iniziato a distribuire vhs di videoarte raggiungendo ogni parte del globo con un listino di oltre 1500 titoli che rappresentano il lavoro di quasi 500 artisti. Numeri da capogiro che ci fanno comprendere quanto sia importante la presenza di una distribuzione capace di divulgare al meglio le proposte artistiche presenti sul territorio.

FestArte rimanda la festa

Roma – E la crisi colpisce anche una delle più popolari realtà della capitale. Lorena Benatti, mente ideatrice e direttrice artistica del festival d’arte FestArte ha da poco annunciato, in occasione dell’appuntamento 3Monkeys al Rialtosantambrogio di Roma, lo stop di un anno di FestArte e la successiva conversione in scadenza biennale dell’evento.

La direttrice afferma di non voler fermare una manifestazione in cui ha creduto molto ed a cui ha dedicato gran parte della sua vita. La mancanza di fondi da parte di comune ed istituzioni ha però messo i bastoni fra le ruote allo sviluppo del calendario artistico futuro. Dal momento della sua nascita avvenuta nel Gennaio del 2003, FestArte ha raggiunto importanti risultati organizzando una miriade di eventi, sostenendo il lavoro di giovani curatori e nuovi ed interessanti progetti e coinvolto oltre trecento artisti nazionali ed internazionali.

Julian Opie, Una nuova serie di ritratti basati sulla tradizione Barocca

 Il 19 marzo si è inaugurata a Roma alla Galleria Valentina Bonomo la mostra di Julian Opie. Per l’evento l’artista londinese ha esposto il nuovo ciclo di ritratti ispirati al lavoro del pittore olandese Sir Peter Lely (1618-1680) che emigrato in Inghilterra, diventò uno dei maggiori ritrattisti del XVII secolo. Le opere che rispettano gli stilemi della pittura Barocca sono però realizzati secondo lo stile tipico di Julian Opie, basato sulla riduzione all’essenziale dei lineamenti e sono realizzati con diversi media.

Attraverso un processo di minimizzazione del segno, Julian Opie arriva all’essenza digitale della forma. Nei suoi ritratti gli occhi diventano dei puntini, le teste dei cerchi, i corpi sono resi attraverso linee sinuose in cui si riconosce la postura caratteristica della modella. Si tratta di opere che seppure stilizzate non perdono in espressività e la cui freschezza e’ esaltata anche dall’estrema immediatezza con cui si offrono allo spettatore.

Anselm Kiefer presto alla Gagosian Gallery di Roma

Altro colpaccio della Gagosian Gallery di Roma, dopo il boom di presenze della mostra Greed, A New Fragrance di Francesco Vezzoli presentata lo scorso febbraio in pompa magna ed a cui hanno partecipato numerosi protagonisti del mondo dell’arte, vips e semplici appassionati. Questa volta dal 3 aprile prossimo la galleria più in vista della scena internazionale presenterà una mostra di nuovissime sculture e fotocollages di Anselm Kiefer.

L’artista ha appositamente creato per l’evento un gruppo di otto grandi sculture formando pile irregolari di massicci libri di piombo che si collegano alle tematiche del suo lavoro e cioè la poesia, la mitologia e la storia.

L’arte contemporanea scende, l’arte moderna sale

Curioso a dirsi ma in questo periodo di grande crisi economica internazionale che sta facendo registrare un vertiginoso ridimensionamento di cifre nel mercato dell’arte contemporanea, l’arte moderna sembra non perdere colpi. Anzi si potrebbe affermare che sta riguadagnando il terreno perso negli ultimi anni. Alla 22esima TEFAF, la fiera europea dell’arte moderna e dell’antiquariato che si è aperta lo scorso 12 marzo a Maastricht in Olanda si è verificato un picco di visite e transazioni mai registrato negli ultimi anni, una serie di vendite che ha migliorato il record personale dell’evento.

In pochi minuti l’espositore William Noortman che aveva in mostra un piccolo pannello di Gabriel Metsu del XVII secolo è stato venduto alla vertiginosa cifra di circa quattro milioni di dollari. Non da meno Konrad Bernheimer proprietario della Colnaghi di Londra che ha venduto ad un collezionista tedesco il ritratto di un giovane uomo ad opera di Rubens per la modica cifra di cinque milioni di dollari.

Ragnar Kjartansson alla Biennale di Venezia

L’artista Ragnar Kjartansson (Reykjavík, Islanda 1976) rappresenterà l’Islanda alla 53esima Biennale di Venezia. La suo opera intitolata The end sarà costituita da una performance dell’artista che si protrarrà per l’intera durata della kermesse e sarà costituita da un’installazione monumentale che comprende video ed installazioni sonore. La performance sarà presentata a Palazzo Michiel dal Brusà una costruzione del XIV secolo sul canal grande nei pressi del ponte Rialto che ospita il padiglione islandese dal 2007.

Kjartansson trasformerà l’intero padiglione in un gigantesco studio dove dipingerà ininterrottamente il ritratto di un giovane uomo in posa ogni giorno con alle spalle il canal grande. Il giovane berrà birra e fumerà sigarette indossando solamente un costume da bagno. Per l’intera durata dei sei mesi Ragnar Kjartansson limiterà la sua produzione alla riproduzione di tale scena. La performance e parzialmente basata sugli interrogativi che l’artista si pone sulla perpetua re-concettualizzazione di se stesso in relazione ai suoi lavori precedenti.

Il Diavolo è donna

Opening sovraffollato ieri sera allo Studio Stefania Miscetti in occasione della terza edizione della rassegna video SHE DEVIL che quest’anno accoglie un numero maggiore di curatrici ed artiste invitate, dalle più giovani alle più affermate, proponendosi così come una vera e propria piattaforma aperta a nuove e differenti esperienze video tutte al femminile. L’evento si conferma come una delle proposte più interessanti della stagione poiché raccoglie una selezione di opere nazionali ed internazionali che servono fare il punto della situazione sulla scena della video arte.

Successo di pubblico che ha riempito la grande sala di proiezione fino a renderne quasi impossibile l’accesso e ricca abbuffata di opere in più di un’ora di immagini tra ironia, introspezione e visionarietà sempre focalizzate sull’identità femminile.

Fotografia d’arte (è) Fotografia di moda

copyright David LaChapelle

Nell’ultima decade i confini tra la fotografia di moda e la fotografia artistica si sono talmente assottigliati che oggi in certi casi non è più possibile far distinzioni.. Lo stile fotografico, i colori, le inquadrature ed i soggetti ritratti sono in continua connessione, attingendo tecniche e stilemi sia dall’una che dall’altra parte. Anche per quanto riguarda il mercato la fotografia di moda e quella d’arte si stanno uniformando e trovare immagini di fotografi di moda in musei, gallerie d’arte e nelle case dei collezionisti è ormai consuetudine diffusa.

Per portare un esempio il fashion photographer tedesco Juergen Teller è rappresentato oggi dalla Lehmann Maupin gallery di New York e le sue fotografie hanno registrato vendite da capogiro toccando cifre dai diecimila ai cinquantamila dollari per un ritratto commissionato. Per non parlare del ben noto David LaChapelle che iniziò la sua carriera come fotografo per la rivista Interview magazine grazie ad Andy Warhol e collaborò poi con riviste come Vanity Fair, GQ e Vogue

Andrei Molodkin, la morte ti fa bello

copyright Andrei Molodkin

La biennale di Venezia non è ancora cominciata ma noi siamo già in grado di informarvi sulle ultime notizie riguardanti uno dei protagonisti dell’atteso evento artistico. Ed ecco quindi a voi la seguente notizia a dir poco stupefacente e non poco raccapricciante:  l’artista russo Andrei Molodkin esponente di punta del panorama della giovane arte contemporanea ed ovviamente punta di diamante della Russia alla biennale, ha intrapreso una sperimentazione che porterà la body art ai livelli più estremi di ricerca. Mediante l’uso di una speciale macchina in grado di portare ad ebollizione carcasse e cadaveri l’artista è in grado di produrre niente meno che petrolio che poi potrà essere versato in appositi stampi per produrre speciali sculture ed alimentare persino automobili.

Molodkin afferma di aver già provato con la carcassa di un cane defunto il famigerato macchinario che sarebbe in grado in tre/sei mesi di produrre petrolio. Adesso aprite bene le orecchie: Molodkin sarebbe in cerca di volontari post mortem, sembrerebbe che la reporter della BBC Sasha Gankin abbia già siglato un accordo per essere tramutata nella scultura di un cervello dopo la sua morte ed anche la porno star francese Chloé des Lysses vorrebbe far parte di una macabra scultura.