Cover Art, ovvero come ti copio un capolavoro con la Playstation

Alcune opere d’arte degli anni ’70 create da maestri come Vito Acconci e Chris Burden sono divenute oggi dei fari in grado di ispirare ed influenzare anche le nuove generazioni artistiche. D’altro canto questo nuovo millennio si è trovato un poco a corto di idee rispetto al passato e non è mistero che i giovani attingano a piene mani da ciò che si è gia fatto. L’opera d’arte di respiro internazionale creata in un recente passato rappresenta sempre un comodo appiglio sia intellettuale che formale ed inoltre discostandosi leggermente da un capolavoro si rischia molto meno che buttarsi in una nuova e rivoluzionaria ricerca che potrebbe essere poco compresa da pubblico e critica.

Il fenomeno di riprodurre opere famose si chiama (come in musica) Cover ed ha dato luogo ad una crescente pratica denominata Cover Art.  Non è mistero che l’ausilio del computer e delle nuove tecnologie sia una delle cause di questo fenomeno che rischià però di sfociare in un appiattimento generale su di un unico livello. Poco tempo fa è balzato agli onori delle cronache un giovanotto chiamato Ramsay Stirling che ha basato il suo portfolio sulla riproduzione di famosi capolavori d’arte concettuale ricreati appositamente per la rete. L’artista ha riprodotto opere di Jasper Johns e Ad Reinhardt oltre che una copia di Television Delivers People (1973) di Richard Serra, trasformandola in Internet Delivers People.

Il MOCA inaugura un nuovo portale tutto dedicato alla Land Art

La Land Art è francamente difficile da fruire. Di certo esiste un numero impressionante di  documenti, fotografie, filmati e quanto altro ma per ammirare al meglio un’opera di Land Art bisogna per forze di cose recarsi sul posto. Impossibile dire di conoscere Spiral Jetty di Robert Smithson senza essersi recati nello Utah, come non si può affermare di conoscere il Roden Crater di James Turrell o City di Michael Heizer senza averli prima vissuti in prima persona.

Eppure, grazie ad internet possiamo superare molti problemi legati allo spazio ed al tempo. A realizzare il web site che mancava sulla Land Art ci ha pensato il sempre spumeggiante MOCA, Museum of Contemporary Art di Los Angeles, capitanato dal volpone Jeffrey Deitch. Il museo ha infatti lanciato un megaportale tutto dedicato a questa meravigliosa tecnica artistica, in occasione della mostra Ends Of The Earth: Land Art to 1974 un grande evento che si è aperto lo scorso 27 maggio  e che rimarrà in visione fino al prossimo 3 settembre.

Costantin Brancusi e Richard Serra alla conquista della Svizzera

La Fondation Beyeler di Basilea dedica la grande mostra della stagione estiva (dal 21 maggio al 4 settembre 2011) all’opera di Constantin Brancusi (1876–1957) e Richard Serra (*1939); la mostra intende così avvicinare uno dei pionieri della scultura moderna al più significativo scultore contemporaneo. Brancusi, nato in Romania ma attivo a Parigi dal 1904 fino alla morte, ha gettato le fondamenta della scultura astratta attraverso una ricerca indirizzata all’essenzialità delle forme; con le sue minimalistiche opere in acciaio, l’americano Serra ha definito in modo nuovo il campo di applicazione dell’arte plastica, includendo direttamente l’osservatore nella scultura. L’opera di entrambi mette così in primo piano il tema della presenza e dell’efficacia della forma scultorea nello spazio.

Una selezione di circa 35 opere, organizzate nello spazio in densi gruppi divisi per soggetto, mette in luce gli aspetti principali dell’arte di Brancusi. Saranno esposte celebri opere, tra cui diverse versioni della monolitica scultura Il bacio, delle poetiche Teste di bambini e Muse addormentate, dei famosi Uccelli nello spazio, così come opere pionieristiche quali Princesse X, Négresse blanche e opere dalla forte valenza metaforica come Colonna senza fine. I pochi soggetti realizzati in innumerevoli variazioni formali, il gioco condotto con la mutevole materialità della scultura e con i suoi diversi effetti di superficie rendono percepibile l’incessante ricerca di un proprio, preciso ideale estetico.

Le mostre da non perdere durante le vacanze di Natale 2010


Andate in vacanza per le feste? eccovi dunque una selezione di mostre in giro per il mondo per tenere d’occhio l’arte anche durante i momenti di relax: Al MoMA di New York potete ammirare fino al 10 gennaio 2011 la Performance Stop, Repair, Prepare: Variations on Ode to Joy for a Prepared Piano (2008) del duo Allora & Calzadilla. I due hanno intagliato un buco nel centro di un grande piano da dove un pianista suonerà ( ogni giorno di apertura del museo  alle ore 11:30) la Nona sinfonia di Beethoven, mentre si muoverà assieme al pianoforte attorno allo spazio espositivo.

Per la sua nuova mostra alla Hyunday Gallery di Seoul, Thomas Struth ha catturato delle immagini da diverse città coreane, tra cui Pyongyang. L’artista focalizza la sua attenzione sul rapporto dinamico tra uomo e progresso tecnologico. La maggior parte delle immagini verte su cantieri edili e linee di produzione. In visione fino al prossimo 9 gennaio 2011.

Quando l’arte contemporanea uccide

Visto che la recente installazione di Ai Weiwei in mostra alla Turbine Hall di Londra è stata praticamente chiusa al pubblico per non provocare danni alla salute, qui di seguito troverete alcuni allarmanti casi in cui l’arte contemporanea ha fatto più danni di un attacco terroristico. Dopotutto la polvere di Weiwei è nulla di fronte a questi incredibili accadimenti.

Nel 1971 la Tate Gallery ospitò la mostra Bodyspacemotionthings di Robert Morris. Le installazioni presenti all’evento formavano una sorta di parco giochi, con enormi dischi di legno dentro ai quali rotolare o scivoli ed altre strutture, la mostra fu in seguito chiusa e a causa di infortuni. Bodyspacemotionthings fu ripetuta nel 2009 sempre al Tate. Bollettino medico 23 feriti.

Nel 2007 Doris Salcedo eseguì l’installazione Shibboleth alla Turbine Hall del Tate di Londra. L’opera era in realtà una grande fessura nel pavimento di 167 metri  di lunghezza. In alcuni punti la fessura era talmente grande che un bambino poteva caderci dentro. Bollettino medico: 15 feriti nel primo mese della mostra.

Ritrovata in un’area industriale del Bronx un’opera di Richard Serra

Richard Serra non ha certo bisogno di presentazioni, lo scultore americano però oltre ad essere un artista riconosciuto in tutto il mondo è egualmente celebre per opera mastodontiche e ambiziose che molto spesso hanno incontrato contrasti e difficoltà. Va detto infatti che Serra è uno dei primissimi artisti ad aver creato un’opera d’arte pubblica che è poi stata rifiutata dalle istituzioni.

Stiamo ovviamente parlando di Tilted Arc, arco leggermente curvo di 3 metri e mezzo installato nella Federal Plaza di New York ma subito contestato sia dalla cittadinanza che dagli stessi committenti. L’epopea del Tilted Arc si concluse nel 1985 quando un’assemblea pubblica decretò il definitivo trasferimento dell’opera, la decisione fu aspramente osteggiata da Serra il quale non voleva in alcun modo spostare l’opera pensata per la Federal Plaza. Alla fine il Tilted Arc fu definitivamente smantellato e gettato nella spazzatura.

Il “grande cerchio nero” di Richard Serra

Il 9 aprile la Gagosian Gallery di Roma inaugura Greenpoint Rounds, una nuova serie di grandi lavori su carta di Richard Serra. Nel corso della sua carriera artistica, Serra ha realizzato disegni non come fasi preparatorie per le opere scultoree, bensì come distinti, immediati, ed essenziali percorsi di ricerca nei quali l’intenzione si traduce in segno. I suoi disegni sono vere e proprie esplorazioni, ricerche autonome ed intuitive dai criteri definiti e, al contempo, parti integranti della ricerca scultorea dell’artista.

Serra inizia a lavorare su Greenpoint Rounds nella primavera del 2009. In questi lavori su larga scala, ciascuno lungo due metri per lato, un grande cerchio nero emerge dalla superficie pesante della carta. L’artista usa il “paintstick”, un pastello ad olio puro: scaldandolo fino a ridurlo a stato viscoso o addirittura liquido, costruisce lentamente forme dense ed irregolari. Ognuna di queste opere possiede così una propria superficie, risultando struttura tangibile piuttosto che semplice piano, e rivelando un carattere ed una energia individuali.

La Francia cala i suoi assi per il 2010

 Avevamo citato ieri la mancanza di buone notizie dal versante francese e ci eravamo ripromessi di parlarvi dei transalpini non solo riguardo scioperi e furti d’arte. Oggi siamo quindi qui a fornirvi una lista di impedibili mostre che avranno luogo a Parigi, proprio come avevamo fatto nel nostro precedente articolo sull’Inghilterra.

Il Centro Pompidou renderà omaggio all’eccentrica pittura di Lucian Freud in una mostra monografica dal titolo Lucian Freud. L’atelier che aprirà le sue porte dal 10 marzo. Questa è la seconda grande retrospettiva dedicata a Freud in territorio francese. La prima fu organizzata sempre dal Centro Pompidou nel 1987.

Il Grand Palais di Parigi propone invece dal 24 febbraio al 24 maggio una mostra dedicata al più sublime dei pittori inglesi : William Turner (1775-1851). Il grande maestro sarà il protagonista dell’evento intitolato Turner et les Maîtres, dove il genio del pittore inglese sarà affiancato ad opere che hanno ispirato la sua creatività e stiamo parlando di nomi del calibro di Canaletto, Rembrandt, Rubens e Claude le Lorrain.

Le bugie dell’arte contemporanea

Parlando di presenza fisica e culturale dell’arte contemporanea all’interno della nostra società va detto che non v’è nulla di che lamentarsi. Di musei e fondazioni è piena l’Italia, gallerie ne abbiamo a sazietà mentre la Biennale di Venezia resta sempre una delle manifestazioni più ambite e prestigiose di tutto il globo terracqueo. Se si sorpassano i nostri confini la situazione appare ancor più rosea, non è mistero infatti che all’estero esista una nutrita serie di luoghi, eventi ed attività dedicati all’arte contemporanea in netta crescita esponenziale. Ora immaginate quanti artisti sono chiamati ad esporre in questo vasto mare di eventi creativi, il numero è decisamente alto. Ed il bello è che molti di questi artisti sono vere e proprie star, ad esempio dalla generazione Young British Artists in poi, molti artisti inglesi sono osannati da mercato e critica.

Ci sono poi i mostri sacri statunitensi come Bruce Nauman, Bill Viola e compagnia cantante senza tralasciare i nuovi beniamini tipo Paper rad, Kembra Pfahler e Terence Koh che ultimamente hanno furoreggiato al Macro di Roma in occasione della mostra New York Minute. Ovviamente anche Francia, Spagna e Germania hanno il loro cospicuo numero di blasonati protagonisti della scena contemporanea mentre l’Italia chiude il conto con i soliti Francesco Vezzoli, Maurizio Cattelan ed una sparuta manciata di altri nomi.

Bill Viola, Richard Serra e Urs Fischer a New York

 Se avete intenzione di visitare New York in questi giorni sappiate che la grande mela, oltre alla sua enorme ed abituale offerta di arte contemporanea, sarà teatro verso la fine di ottobre alcune grandi mostre assolutamente imperdibili. Ma andiamo per gradi e analizziamo attentamente ogni proposta. La James Cohan Gallery ospiterà dal 23 ottobre sino al 19 dicembre Bodies of Light un’interessante retrospettiva dell’acclamato video artista americano Bill Viola. Da più di 35 anni Viola è celebre per aver trasformato la video arte in una delle forme vitali dell’arte contemporanea.

In tutto questo tempo l’artista ha creato video, installazioni video e sonore, performances di musica elettronica ed opere per luoghi sacri. La sua creatività indaga sull’universalità di esperienze umane quali la nascita, la morte e la spiritualità. La mostra alla James Cohan Gallery presenta opere che si allargano su due decadi di lavoro ed includono l’installazione video-sonora Pneuma ed alcuni pezzi in flat screen dalla serie Transfigurations, nuovo progetto di Viola che ha avuto origine da Ocean Without a Shore, installata nella chiesa di San Gallo durante la Biennale di Venezia del 2007.

Marco Tirelli scopre la scultura

Con ExCelle, sabato 12 settembre, nel parco della Fattoria di Celle, Marco Tirelli realizza la sua prima scultura. Il sito scelto dall’artista è una radura in leggero declivio nel verde, in una posizione sopraelevata rispetto ad un’altra installazione di Sol Lewitt Cubo senza Cubo, dove ha disposto quattro elementi in acciaio corten, in dialogo tra di loro: due dalle forme curve e morbide, gli altri scanalati.

Non è la prima volta che un artista a Celle si confronta con nuove forme espressive, aprendo una strada nuova a successivi sviluppi: Magdalena Abakanowicz, Richard Serra, Anne e Patrick Poirier, Enrico Castellani, solo per citarne alcuni, ed oggi Marco Tirelli. L’approdo alla scultura non è casuale: “Negli ultimi anni Tirelli ha accentuato la vocazione spaziale ed installativa della sua pittura” scrive il critico Ludovico Pratesi nel saggio in catalogo “scandita da una serie di tele che vengono allineate dall’artista secondo un ordine preciso inserite all’interno di uno spazio definito”.

Jean Cocteau ispira i giovani artisti alla GAM di Torino

 La GAM-Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino ha invitato FormContent, un gruppo di giovani curatori formato da Francesco Pedraglio, Caterina Riva e Pieternel Vermoortel, a ideare una mostra per gli spazi del museo, chiedendo loro di intrecciare la particolare pratica curatoriale propria di un approccio indipendente e sin qui espressa in spazi no-profit, al linguaggio istituzionale.

FormContent ha infatti sviluppato negli anni un modus operandi che si discosta dalle classiche pratiche espositive proprie di una grande istituzione museale, portando il pubblico a ripensare il concetto di mostra instaurando un dialogo aperto tra i curatori, gli artisti, lo spazio espositivo e le opere stesse. Ne scaturisce un progetto inedito che in qualche modo anticipa i cambiamenti espositivi elaborati dalla GAM per la nuova stagione.

I Sunn O))) e Richard Serra, l’arte di essere pesanti

I Sunn O))) rappresentano l’ultima frontiera del drone doom metal estremo, genere al limite della musicalità in cui il ronzio delle chitarre elettriche fa da tappeto a sabbatici echi ambient ed elettroniche nuvole sonore. Fin dall’inizio nel 1998 questa band musicale formata da Greg Anderson e Stephen O’Malley si è dedicata a sperimentazioni pesanti e minimal affiancando alle potenti e profonde note delle loro songs una serie di performance teatrali dal vivo.

La decostruzione di sonorità nordiche è il segno distintivo della band statunitense che basa la sua produzione artistica sulla potenza fisica del suono su una mitologia oscura, scevra di ogni minimo contesto ideologico.  Insomma i Sunn O))) non sono del tutto estranei ai meccanismi dell’arte contemporanea e sono apprezzati da molti artisti internazionali. Uno dei numerosi fan di questa misteriosa band musicale è Richard Serra famoso scultore minimalista e videoartista statunitense, conosciuto per il fatto di creare opere d’arte con fogli di metallo.

Più sesso per favore, siete artisti!

Il nostro beniamino Jonathan Jones ne sa una più del diavolo . Il famoso critico britannico dalle sue pagine sul The Guardian ha da poco lanciato una curiosa invettiva contro il mondo dell’arte contemporanea accusando gli artisti aver lasciatole tematiche sessuali troppo al di fuori delle loro opere. Vediamo cosa scrive il buon vecchio Indiana Jones dell’arte.

“Negli anni ’10 e ’20 il sesso era un modo per scappare dai confini di una società troppo imbolsita e bacchettona. Pensate che quando fu presentato per la prima volta il dipinto Les Demoiselles d’Avignon di Picasso fu tacciato di immoralità. Al giorno d’oggi il sesso è un veicolo commerciale, roba da cartelloni pubblicitari e veline, insomma è sotto gli occhi di tutti ed alla portata di tutti. Il sesso non è più sovversivo e non rappresenta più un avanguardia ma una noiosa banalità. “