Metti Sol LeWitt e Richard Long in metropolitana

 Le stazioni della metropolitana sono sempre più affollate e frenetiche, veri e propri luoghi di passaggio dove si transita velocemente senza curarsi dell’ambiente circostante. Ultimamente però la metropolitana è oggetto di alcune attività artistiche sparse per il globo che spontaneamente crescono nella giungla urbana e non stiamo parlando di street art. Già sapevamo di Going Underground, festival video berlinese che ogni anno si svolge nelle stazioni sotterranee, ora la fermata di 59th Street-Columbus Circle a New York sarà impreziosita con una grande opera murale di Sol LeWitt intitolata Whirls and Twirls e disegnata prima della morte del celebre artista nel 2007.

L’opera è in questi giorni in fase di installazione ma già i suoi elettrizzanti colori e le sue forme vibranti fanno capolino dai teloni di protezione. Si tratta inequivocabilmente dell’opera più ambiziosa e fantastica del programma Arts for Transit, progetto lanciato mesi fa dai vertici del trasporto pubblico che prevede l’implementazione di opere d’arte all’interno di alcune stazioni cittadine.

Videominuto 09 si presenta con diverse novità

Organizzato dall’emittente radiofonica toscana Controradio, dal Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, in collaborazione con l’associazione culturale Grav e con il contributo di Regione Toscana, Comune e Provincia di Prato ed Ente Cassa di Risparmio di Firenze, quest’anno Videominuto_09, sempre sotto la direzione artistica di Raffaele Gavarro, si arricchisce di premi ed eventi.

Oltre il classico premio da 1000 euro per il primo video classificato, altri tre premi saranno destinati ad altrettanti video in concorso. Due da 500 euro cadauno per i menzionati speciali della giuria, e uno attribuito al videomaker che sarà selezionato per una residenza a Prato, durante la quale dovrà realizzare un video di un minuto sulla realtà economica della città. Quest’ultimo premio è stato voluto dall’iniziativa “Economia al Cubo”, che si svolgerà a Prato negli stessi giorni. Infine il premio Floptv, la prima web tv dedicata all’umorismo partecipa con un premio da 999 euro: verrà premiato il video umoristico più innovativo e dissacrante. Il video verrà inoltre pubblicato su  www.floptv.tv con una  pagina speciale.

Telenovela Transportation Hub, Calatrava brucia 3 miliardi

Una serie di colonne simili a bianche costole è stata da poco avvistata nei pressi di Ground Zero a Manhattan. Si tratta dei primi elementi visibili del nuovo Trasnportation Hub del celebre architetto ed ingegnere Santiago Calatrava. Purtroppo per vedere la struttura ultimata bisognerà attendere sino al 2012 ma a quella data la città di New York ed i suoi contribuenti avranno già sborsato la bellezza di 3.2 miliardi di dollari.

Questa cifra da capogiro unita all’estrema lentezza con cui procedono i lavori ha gettato i poveri newyorkesi in un profondo sconforto. Inoltre nel corso degli ultimi mesi il progetto è stato più volte rimaneggiato, le gigantesche ali che avrebbero dovuto troneggiare al di sopra dell’entrata principale sono state dimezzate ed anche altre strutture sono state del tutto eliminate.

Gustav Metzger, l’anti-divo dell’arte contemporanea

L’arte contemporanea britannica è padrona del mercato, i suoi attori riempiono gallerie, musei e copertine di magazines. Siamo oramai abituati a vedere ovunque la faccia da sbruffone di Damien Hirst o il sorriso ammiccante di Tracey Emin. In Gran Bretagna esiste però un artista che da anni crea le sue opere in controtendenza ed in netto contrasto con questi presenzialisti dell’arte.

Si tratta di Gustav Metzger, artista nato in Polonia nel 1926 rimasto apolide fino agli anni ’40 ed emigrato in Inghilterra per fuggire dai rastrellamenti nazisti. Metzger è una figura mistica e mitologica, un vero sciamano contemporaneo oltre che un grande rivoluzionario. L’artista non ama comparire in pubblico, non rilascia interviste e sembra che per dialogare con il resto del mondo usi una cabina del telefono pubblico, dove egli si reca abitualmente per ricevere ed effettuare chiamate.

Courtesy Galleria Marconi, va in scena la giovane arte

Domenica 30 agosto a Monteprandone nelle sale di Palazzo Parissi si inaugura la collettiva di arte contemporanea Courtesy Galleria Marconi. La mostra, a cura di Dario Ciferri, è organizzata dal Comune di Monteprandone in collaborazione con l’Associazione Culturale Officina S. Giacomo C.A.V. e la Galleria Marconi di Cupra Marittima, e il coordinamento di Nazareno Luciani.

Marco Bernacchia, Roberto Cicchinè, Peter De Boer, Francesca Gentili, Maicol e Mirco, Fabio Mantovani, Sabrina Muzi, Niba, Marco Scozzaro, Rita Soccio e Rita Vitali Rosati sono gli artisti che espongono i propri lavori nello storico palazzo monteprandonese.

A Milano la fioritura del Bambù

Dopo il progetto Curatology© e la mostra conclusiva in cui dieci curatori hanno presentato l’opera di un artista italiano a loro scelta, il 17 settembre Viafarini conserva la struttura modulare, che parcellizza lo spazio in ambienti indipendenti. Anche questa volta, per adempiere a una delle mission fondative, promuove la creatività nostrana: nove giovani gallerie italiane si presentano con l’opera di un loro artista.

La selezione si è basata sui seguenti criteri: gli spazi non hanno sede a Milano, per offrire un contraltare all’opening condiviso delle gallerie cittadine durante StartMilano – un valido compendio intra moenia di ciò che accade extra moenia.
Si sono preferite esperienze di recente istituzione per attivare sinergie con l’Archivio Careof DOCVA Viafarini. Da un lato l’Archivio che raccoglie materiali di molti artisti in attesa di “rappresentanza”, dall’altro gallerie che sono ancora alla ricerca di artisti da rappresentare.

Vendi la crosta all’asta

Le aste sono rappresentano un ottimo strumento per valutare il potere di mercato di un determinato artista. Se parliamo di arte contemporanea le quotazioni più alte sono generalmente raggiunte da nomi di grosso calibro, in grado di far registrare cifre da record dopo accaniti rilanci.

Di quando in quando però tra i listini delle più importanti case d’asta del mondo figurano opere di artisti semi sconosciuti o di bassa lega che riescono però ad essere vendute a cifre di tutto rispetto, magari perché raffigurano il volto di un celebre personaggio o sono appartenute a qualche vip di tutto rispetto. E’ questo il caso di un dipinto intitolato The Book, creato nel 1990 dal pittore australiano Brett-Livingstone Strong, attualmente in mostra al Dancy-Power Automotive Group del quartiere di Harem a New York. Si, avete capito bene, il Dancy-Power non è altro che un autosalone, sede un poco inconsueta per l’arte contemporanea.

Quelle opere di Frida Kahlo sono false

Frida Kahlo una volta disse: “ io dipingo la mia realtà personale”
Più di mezzo secolo dopo la sua morte la celebre pittrice messicana che avuto per amanti Leon Trotsky e Josephine Baker e Diego Rivera come marito è al centro di una nuova e scottante controversia in bilico appunto tra realtà e finzione, ma andiamo per gradi. Poco tempo fa la casa editrice Princeton Architectural Press, che pubblicherà a breve una monografia su Frida Kahlo, ha dichiarato di aver scoperto un incredibile archivio segreto contenente opere inedite e diari contenenti piccanti rivelazioni, ardenti desideri e sottili ironie.

Tale collezione che consta di circa 1.200 pezzi sarebbe nelle mani di Carlos Noyola, proprietario di un negozio di antiquariato di San Miguel De Allende in Messico. Noyola afferma che l’archivio Kahlo consta di opere autentiche e che le stesse non saranno messe in vendita. L’antiquario avrebbe acquistato gli oggetti da un avvocato che li aveva precedentemente rilevati da un intagliatore che a sua volta li aveva avuti dalla stessa Frida Kahlo. Il problema è che questa famigerata collezione non è mai stata sottoposta a perizia da un qualsiasi esperto di opere dell’artista messicana.

The Beautiful Renaissance, il libro sul trionfo della street art

Sembra che ultimamente siano tutti pazzi per la street art, movimento artistico che certamente non è nato ieri ma che sta progressivamente riscuotendo un successo inaspettato di pubblico e di mercato, costringendo anche la critica a piegarsi ai suoi voleri.

Così le nuove stars metropolitane hanno invaso gallerie e musei guadagnandosi con la forza un ruolo importante nell’impenetrabile sistema dell’arte internazionale, anche grazie all’aiuto di mercanti illuminati come Steve Lazarides. Ovviamente a decidere il futuro di un’artista è anche e soprattutto il mercato e la street art sta facendo registrare cifre record come il Banksy da un milione di sterline acquistato dalla super coppia cinematografica Brad Pitt ed Angelina Jolie, mentre anche alte  stars di Hollywood come Jude Law, Christina Aguilera, Dennis Hopper e Keanu Reeves fanno sempre più capolino a mostre ed eventi incentrati sulla street art.

Al via la Whitney Biennial

Trentasette artisti parteciperanno quest’anno alla Whitney Biennial che si terrà al numero 70 di Greenpoint Avenue (c.r.e.a.m. projects) a New York il prossimo 28 agosto e rimarrà aperta fino al 30 agosto. Come molti di voi sapranno la Whitney  Biennial è una mostra collettiva interdisciplinare che ogni hanno prende vita in uno spazio libero di Brooklyn.

L’evento fin dalla sua nascita si è imposto l’obiettivo di rielaborare la formula della comune biennale focalizzando l’attenzione sul singolo artista, protagonista indiscusso che da sempre crea sotto l’ombra dei giganti. L’edizione 2009 della biennale ha come tema principale il ritorno, in un momento storico dove il mondo è in attesa della ripresa economica gli artisti devono trovare nuove strategie per tornare in auge.

Italics sbarca in America

Importante tappa americana per la mostra Italics: Italian Art between Tradition and Revolution, 1968-2008 che sarà ospitata dal Museum of Contemporary Art (MCA) di Chicago dal prossimo 14 novembre fino al 14 febbraio 2010.

L’evento rappresenta una grande opportunità per l’arte contemporanea nostrana che finalmente riesce a sbarcare negli U.S.A. con un progetto interessante il quale potrebbe rappresentare una buona vetrina e fare da traino al nostro affannato sistema. Italics non è solamente una collezione di arte made in Italy ma una vera e propria dimostrazione di quanto il nostro passato artistico influenzi sia esteticamente che filosoficamente le giovani generazioni di artisti emergenti forgiando la loro identità.

Google e il Guggenheim cercano nuovi designer

C’è tempo fino a domenica 23 agosto per iscriversi online al Google and Guggenheim Design It: Shelter Competition. Designers di professione e semplici appassionati di tutto il mondo possono sottoporre i propri progetti 3-D che dovranno raffigurare nuovi tipi di rifugi e ricoveri.

Fino ad ora più di 200 partecipanti provenienti da oltre 40 nazioni diverse hanno iscritto le loro creazioni che possono essere visionate dal pubblico direttamente sul sito della competizione. Il Solomon R. Guggenheim Museum e Google SketchUp hanno lanciato il concorso agli inizi dell’estate per commemorare il 50esimo anniversario dall’apertura dell’importante museo disegnato dal celebre architetto Frank Lloyd Wright.

Angelina Jolie, musa dell’arte contemporanea

Il controverso scultore delle celebrità Daniel Edwards ha svelato pochi giorni fa la sua ultima opera destinata a fare scalpore come da copione. Si tratta di una grande statua della celebre attrice Angelina Jolie che appare totalmente nuda ed intenta ad allattare da entrambi i seni i sue due bambini gemelli.

L’opera dal titolo Landmark for Breastfeeding è stata ispirata da una foto apparsa sulla copertina di W magazine dell’anno scorso. Edwards avrebbe deciso di ritrarre Angelina Jolie in tal modo per (udite, udite) incoraggiare le donne ad allattare i propri pargoli e per far conoscere al mondo la pratica del public nursing, a tale scopo Edwards ha infatti creato due gemelli dissimili, ritraendone uno con tratti somatici afro-americani. L’opera sarà esposta il prossimo 11 settembre al Mainsite Contemporary Art Museum di Norman in Oklahoma e successivamente partirà per un lungo viaggio che la porterà in Regno Unito, precisamente a Londra.

Christian Boltanski vende la propria vita al diavolo

Giornalmente spiamo la vita altrui tramite la miriade di reality show. Il Grande Fratello, Isola dei famosi, La Talpa, La Fattoria, X-Factor e chi più ne ha più ne metta. Abbiamo anche parlato di un nuovo reality show americano dedicato all’arte ma ora questa storia metterebbe i brividi anche a George Orwell autore di 1984 o a Peter Weir, regista di The Truman Show.

C’è un uomo che ha venduto a un altro la propria vita (e la propria morte). Minuto per minuto, in diretta, per i prossimi otto anni. Il venditore della propria vita è Christian Boltanski, uno dei più noti artisti contemporanei francesi. Il compratore è un milionario che vive in Tasmania. In una intervista a Le Monde Boltanski racconta che il suo acquirente ha fatto fortuna con il gioco. Con il denaro vinto ha cominciato a collezionare opere d’arte e avrebbe voluto possederne anche una di Boltanski. Che ha rilanciato: perché accontentarsi dell’arte quando si può avere l’artista?